I MUE, band francese di cinque elementi guidata dal chitarrista, cantante e compositore Sylvain Jamault, pubblicano oggi “Labyrinthe”, il primo singolo tratto dal loro secondo album di prossima uscita. Il brano è accompagnato da un video che parla della reclusione mentale ed emotiva, della violenza del rifiuto di sé e poi della rottura liberatoria che permette di lasciarsi andare e andare avanti.
MUE è un gruppo di 5 brillanti musicisti guidati da Sylvain Jamault, chitarrista, cantante e compositore del gruppo: Etienne Callac (basso), Louise Gravez (pianoforte), Léo Laurent (vibrafono), Nicolas Hild (batteria) e Alix Caillebot (chitarra).
Ex chitarrista e cantante della band hardcore di Rennes ABKAHN, che ha condiviso il palco con artisti del calibro di SLAYER e Nostromo, Sylvain è un fanatico della musica ispirato tanto dal prog e dal metal quanto dalla musica minimale e dalla scrittura classica.
I MUE pubblicheranno il loro album di debutto “Rencontres” nel maggio 2023. Prodotto da Jefca Musique e pubblicato dall’etichetta Arts Prod, l’album è stato mixato in Belgio da Stephan Kraemer (Tiersen, Gojira,…). “Rencontres” è un album ricco, sperimentale e senza limiti, che riflette il loro desiderio di esplorare.
Con “Labyrinthe”, il singolo tratto dal loro secondo album in fase di realizzazione, i MUE ci danno un assaggio del loro songwriting maturo e scarno, decisamente orientato verso il rock.
I loro ritmi incalzanti e il contrappunto delle loro melodie virtuose, quando il pianoforte e il vibrafono si rispondono a vicenda, ci ricordano che il rock è ancora in evoluzione e continua a portarci verso nuovi orizzonti sonori. Sul palco, la band è impegnata, fortemente incarnata e artisticamente senza compromessi: uno schiaffo musicale che non lascia indifferenti.
Una donna e la sua ombra, la storia di una rottura con se stesse, all’interno di se stesse, e dell’aiuto che a volte viene rifiutato e poi accettato per andare oltre nella propria percezione. È la storia di un’iniziazione e di un’eco potente della sorellanza e della realtà della violenza contro le donne, con tutte le sue ferite e le risorse per superarle, rimettersi in piedi e andare avanti.
Il brano è strumentale, costruito in tre atti che ruotano e crescono in intensità. Un mix di ispirazioni diverse, musica minimale, accenti di samba, metal, un vortice ascendente e un’apoteosi liberatoria.
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Julien Fernandez — Fiverosespress
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