FACCE DA BAX
disegni luoghi e storie di Ernesto Bassignano
Roma, Villa Altieri -Palazzo della Cultura e della Memoria Storica
dal 29 febbraio al 25 marzo 2024
(ingresso libero da Viale Manzoni, 47 – info tel.06 67667607 – 06 67668093
orari: dal lunedì al giovedì 9-18, venerdì 9-13. Chiusa il sabato e la domenica.
Apertura straordinaria: sabato 2 marzo 15-18 e domenica 3 marzo 9-13)
Inaugurazione: giovedì 29 febbraio 2024, ore 17.30
con apertura straordinaria della mostra, visitabile fino alle ore 20.00
Evento speciale: lunedì 25 marzo 2024, proiezione in anteprima del documentario
‘Canzoni, pennelli, bandiere e…’ per la regia di Fabio Lionello
Si inaugura giovedì 29 febbraio, con il patrocinio della Città Metropolitana di Roma Capitale, l’esposizione ‘Facce da Bax. Disegni luoghi e storie di Ernesto Bassignano’, che resterà aperta a Villa Altieri (piano terra) fino al 25 marzo.
Cantautore, attore, attivista politico, giornalista, conduttore radiofonico, scrittore. E ritrattista. Quanti sono i volti di Ernesto Bassignano? E quanti quelli da lui ritratti lungo una vita esagerata, fatta di storie rocambolesche, incontri fulminati, amicizie a prima vista, amori travolgenti, battaglie sulle barricate?
Noto al grande pubblico prima come cantautore-agitatore-attivista politico dei primissimi anni ‘70 al Folkstudio, palestra di vita e di musica in cui si sono fatti le ossa tanti grandi nomi della canzone d’autore italiano. Poi come popolare conduttore radiofonico a Radio Rai, dove per oltre dieci anni è stato il mattatore di uno dei programmi di satira sociale più amati e osteggiati, ‘Ho perso il Trend’.
In pochi però conoscono il suo profilo d’artista, il talento da disegnatore, che l’esposizione di Villa Altieri vuole far emergere per aggiungere una nuova sfaccettatura al mito del grande ‘Bax’.
Del resto nel suo dna ci sono i geni del nonno, il grande compositore Fiorenzo Carpi, ma anche del bisnonno, il celebre pittore e scultore Aldo Carpi, che lo avranno ispirato nella maniacale abitudine di ritrarre a matita amici, conoscenti, parenti, volti che lo hanno accompagnato tutta la vita o anche per un giorno solo.
Un girotondo di innumerevoli facce che per mano guida il visitatore lungo una epopea, quella società italiana degli ultimi cinquant’anni, quella di una Roma anni ’70 giovane e irripetibile, divenuta oggi una signora anziana, ma sempre bellissima. Una carrellata di sguardi ed espressioni che, in fondo, altro non sono che le mille facce dello stesso Bassignano. Come per ogni bravo disegnatore, il soggetto ritratto è colto da un punto di vista unico, immaginario ma vivo e autentico al tempo stesso, perché in fondo contiene anche un pezzo di anima dell’artista stesso.
L’esposizione inedita, nata da un’idea di Ivana della Portella e curata da Roberta De Fabritiis e Riccardo Rozzera, si presenta in varie sale come un grande album di ritratti, dove incontriamo volti noti e meno noti di politici, amici e artisti incrociati lungo il suo percorso artistico e privato. A completare la rassegna di disegni, anche una ricca rassegna di foto, articoli, copertine di dischi, poster e video, in collaborazione con Aamod, materiali utili al visitatore per contestualizzare meglio le tante fasi della lunga e intensa avventura artistica e lavorativa di Bassignano.
Infine, lunedì 25 marzo alle ore 17:30, in chiusura della esposizione, verrà proiettato in anteprima il film-documentario dedicato a Bassignano dal titolo ‘Canzoni, pennelli, bandiere e…’ di Fabio Luigi Lionello (figlio del grande attore Oreste), racconto del viaggio di un uomo che ha vissuto, sperimentato, goduto e sofferto gli anni della contestazione e che ancora oggi non ha smesso di sognare. Un docufilm da sfogliare come un libro che si è amato e sottolineato, come il vinile gelosamente custodito, come la foto in bianco e nero che stona tra i colori di un arcobaleno immaginario. Graffio e carezza per l’anima.
“Proprio all’attività di disegnatore, sicuramente la più amatoriale, si è voluto dedicare un omaggio a Bassignano. Quella di ritrarre su fogli da disegno la sua fitta rete di amici, conoscenti e parenti, persone della sua vita, assieme a personaggi del suo tempo. Si tratta di una galleria di ritratti in cui Bassignano coglie, nei pochi tratti in bianco e nero a matita, il carattere più introspettivo dei suoi personaggi. Da questo spaccato relazionale si è partiti per condurre poi un racconto per immagini, attraverso le copertine dei suoi dischi, le locandine dei concerti, le foto più significative del suo percorso musicale e di impegno civile. E narrare così, attraverso la sua esperienza, il fermento di una stagione culturale tanto significativa per Roma e per il Paese.” – Ivana Della Portella, ideatrice
“Artista, militante e sognatore con cinquanta anni di carriera come cantautore. Collega e compagno di impegno musicale e politico al Folkstudio con Francesco De Gregori e Antonello Venditti, Ernesto Bassignano ha raccontato il suo tempo attraverso la sua musica ma non solo. Ernesto è artista completo, attore (fa parte insieme a Gian Maria Volonté del teatro politico di strada), giornalista, autore e conduttore radiofonico di una delle trasmissioni più importanti di satira sociale di Radio 1 «Ho perso il trend». Ha studiato all’università come scenografo e si è dilettato per tutta la sua vita a fare il disegnatore-ritrattista. E proprio da questa sua quasi maniacale abitudine di ritrarre su fogli da disegno a matita amici, conoscenti e parenti, persone della sua vita e personaggi del suo tempo che questa mostra prende spunto. È facile capire, scorrendo la sua densa biografia, la difficoltà di raccontare tutte “le vite” di Bassignano. Mi è parsa subito un’impresa impossibile racchiudere in una piccola mostra tutto il vissuto di questo instancabile ed eclettico artista. Quindi la decisione è stata di creare un percorso narrativo a partire dai suoi disegni, tutti inediti, ed integrarli con qualche foto personale presa qua e là dai ricordi di Ernesto, persino rubando qualche cosa direttamente dalle pareti di casa sua per dare un piccolo flash intimo e personale di questo vivace narratore del suo tempo, rendergli omaggio e allo stesso tempo assaporare un po’ di quello spirito turbolento degli anni 70 che animava tanti giovani come Ernesto, fermamente convinti che con la forza delle idee si poteva cambiare il mondo.” – Roberta de Fabritiis, curatrice
Villa Altieri, una delle più prestigiose dimore storiche seicentesche di Roma, è situata nel quartiere Esquilino. Acquisita dalla Provincia di Roma nel 1975 e già sede di diversi istituti scolastici, è stata, a partire dal 2010, oggetto di un importante ed impegnativo intervento di recupero e riqualificazione funzionale, finalizzato alla realizzazione del Palazzo della Cultura e della Memoria Storica.
Il complesso monumentale, che si propone di offrire spazi espositivi, servizi culturali e museali diversificati ai cittadini di Roma, del territorio metropolitano e alle scuole, ospita la Biblioteca della Città Metropolitana con l’Archivio storico, il Centro Studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica Pio Rajna, con la Biblioteca Storica Dantesca, la collezione archeologica di Villa Altieri allestita in un percorso espositivo multimediale ed interattivo.
Ernesto Bassignano-Bio
Artista ed interprete del nostro tempo, Ernesto Bassignano ha l’arte e la musica nel suo destino: è nipote del grande compositore Fiorenzo Carpi, che a sua volta era figlio del celebre pittore e scultore Aldo Carpi.
Nel 2023 ha festeggiato i cinquant’anni di carriera ed è uno dei decani della canzone d’autore italiana con dodici album a suo nome.
Nasce a Roma il 4 aprile, stesso giorno di Francesco De Gregori, al quale lo legherà una lunghissima amicizia anche professionale. Dopo le scuole elementari, si trasferisce con la famiglia a Cuneo e frequenta il liceo classico.
Torna a Roma a vent’anni, nel 1966 e abita a casa dell’attore e cantate Duilio Del Prete, che lo introduce al mondo di Jacques Brel e della canzone d’autore nell’accezione più ampia della definizione.
Comincia a frequentare l’effervescente ambiente del teatro e del cabaret dell’epoca.
Studia scenografia all’Accademia di Belle Arti.
Conosce Gian Maria Volontè, con il quale per tre anni collabora come attore, cantante e compositore nel gruppo ‘Teatro Politico di Strada’, o di provocazione politica.
Nel 1969 arriva anche al Folkstudio, storico locale fucina di talenti nel cuore di Roma, e fonda con Giorgio Lo Cascio, Antonello Venditti e Francesco De Gregori il gruppo ‘I giovani del Folkstudio’.
Lavora per la direzione del Pc e partecipa a una serie infinita di Feste de l’Unità, campagne elettorali e ogni altro tipo di spettacolo politico in tutto il Paese.
Dopo l’esperienza a Uomo Tv, innovativa emittente privata romana, nel triennio 1975-1977, passa a Video Uno dove si ferma fino al 1980. Dal 1979 entra nella redazione spettacoli del quotidiano Paese Sera in qualità di critico musicale e fino al 1994 scriverà e animerà la vita del giornale anche insieme ai colleghi giornalisti nella “Società Cooperativa 3 aprile”.
Pubblica alcuni libri tra cui ‘Canzoni pennelli bandiere e supplì’, racconto autobiografico ricco di aneddoti e personaggi delle sue infinite esperienze umane e culturali (ripubblicato nel 2016 da Les Flâneurs Edizioni).
Lavora per la Radio Rai a Via Asiago sino a che viene assunto al Gr1 nel 1991.
A Radio1 Rai, dal 1999 al 2011, ha ideato e condotto, insieme al giornalista sportivo Ezio Luzzi, la popolare trasmissione di satira sociale ‘Ho perso il trend’, alla cui chiusura segue un intenso dibattito culturale attraverso petizioni e le pagine dei quotidiani. La satira di Bax troverà nuovi spazi nella storica emittente romana Radio Città Futura con cui continuerà a imperversare liberamente nell’etere fino al 2015. È allora che riprende in mano la chitarra, la scrittura musicale e una carriera iniziata sulle barricate di Valle Giulia. Pubblica 4 nuovi album e si dedica a omaggiare Umberto Bindi, per cui aveva scritto canzoni fino alla sua morte, e “che ha pagato le dicerie degli untori per essere stato il primo artista a dichiararsi omosessuale.”
Nel 2023 è uscito il suo ultimo album intitolato ‘Siamo il nostro tempo’, disco molto amato dal pubblico e dalla critica, che conferma quanto la sua straordinaria capacità di raccontare il presente sia più che mai viva e arguta, i versi sempre struggenti e ironici, con melodie mature, classiche e moderne al tempo stesso. Un artista ancora oggi unico e necessario.