Con “Ordinary Day”, secondo singolo disponibile nelle radio e sulle piattaforme digitali a partire da venerdì 8 Aprile, i Sacromud lanciano l’album ed il loro overground blues, la loro suggestiva formula musicale che si posiziona sopra l’underground e sotto il mainstream.
Ordinary Day, frutto di un riff ‘spiritual blues’ nato dalla chitarra di Maurizio Pugno (chitarrista, ideatore, compositore, arrangiatore e produttore della formazione), riff su cui si sviluppa la tribalità della voce – anzi delle voci – di Raffo Barbi, frontman e cantante dei Sacromud, racconta semplicemente la storia di un uomo, che all’alba, dopo una notte di ordinaria fatica, all’uscita dalla fabbrica, dopo un turno di lavoro massacrante, incontra un misterioso ‘vecchietto’, che, senza dirgli una parola, gli regala un biglietto aereo e un biglietto per un concerto di Mavis Staples, in Giamaica!
Ordinary Day è quindi un altro passo di danza che si aggiunge a questa ‘ballata contemporanea’ raccolta, nella sua integrità nell’album stesso, album intitolato semplicemente ‘Sacromud’, Sacro Fango, quello del contemporaneo.
Il brano, musicalmente, affonda le sue radici nel gospel e nello spiritual ma è contemporaneamente avvolto da un suono moderno, tribale, elettronico e allo stesso tempo di chiara inflessione reggae.
‘Lost in Trouble’ è il mantra letterario su cui i Sacromud suonano il loro viaggio, un viaggio che porta in Giamaica, in Africa e lo fanno davanti a ciò che rappresenta l’ordinarietà spesso alienante delle persone, quell’ordinarietà che si insinua nel bisogno di sopravvivenza più che di esistenza.
La musica cerca di essere quindi la terapia che salva da tale ordinaria sequenza di gesti tutti uguali.
Così la loro nuova forma dell’overground blues prova ed essere in questo caso la sintesi di un riscatto, il riscatto della libertà sull’obbligo morale della sopravvivenza.
I Sacromud sono gli interpreti del ‘Sacro Fango’ dell’oggi. Nati da un’idea del chitarrista-compositore Maurizio Pugno, proseguono la sua traiettoria tracciata in oltre 35 anni di tour e dischi e generano, attorno alla vocalità calda e graffiante di Raffo Barbi, una vera e propria fabbrica di suggestioni o meglio, quello che loro chiamano overground blues. Il quintetto, completato da Franz Piombino (basso), Alex Fiorucci (tastiere) e Riccardo Fiorucci (batteria) costruisce una suite musicale dentro alla quale si muove la narrazione stessa oltre che il soul, la roots music, il blues, il rock, l’R&B, il pop ecc., frullati assieme ai suoni delle contraddizioni dei nostri giorni.
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Ufficio Stampa A-Z Press