“Ma la donna, sollevato con le mani il grande coperchio dell’orcio,
lasciò che si disperdessero, e preparò agli uomini tristi sciagure.”
Esiodo, Le Opere e i giorni
Pandora è il secondo disco di Chiara White, pubblicato per la Suburban Sky Records. Il disco, registrato al Plastic Sun Studio di Firenze da Guido Melis (Diaframma, Underfloor), è stato anticipato dal singolo Neroseppia (In finale alla XVI edizione del Premio Bianca d’Aponte), brano che affronta il mostro della depressione.
Saranno infatti i mostri i protagonisti di questo nuovo lavoro: un concept album, ispirato al mito di Pandora, in cui ogni canzone trasforma e trasfigura esseri mostruosi dell’immaginario collettivo, afferenti alle più svariate culture (da quella classica, greca, alla nordeuropea), facendone nuovi e moderni simboli. Uno scontro coi propri demoni che, attraverso l’introspezione e la musica, diventa incontro e, quindi, catarsi e liberazione.
“I mostri sono parte di noi, le nostre parti più scomode, spaventate, ribelli. Intrappolate dai condizionamenti sociali o da quelli che noi stessi ci imponiamo” spiega Chiara White “Sono quelle voci, spaventate o arrabbiate, che urlano o bisbigliano… quasi sempre inascoltate (come quel bianco del mio primo disco). Sono il fango che tutti ci portiamo dentro e costantemente cerchiamo di ignorare. Ma il fango è fertile e ci rende vivi, ci rende esseri umani (in moltissime culture la donna e l’uomo nascono proprio dalla terra, dall’argilla). E quelle voci, sono la parte più vera, autentica, di noi. Io ho deciso di dare spazio ai mostri nella mia vita, di provare ad integrarli, perché voglio essere intera…
Il disco è stato arrangiato insieme ad Elia Rinaldi (Finister, Nervi), elaborando un sound che rinnova le radici acustiche della cantautrice: «Insieme abbiamo ideato una dimensione sonora in cui l’elemento elettronico completa, senza prevaricare, gli strumenti acustici, un “altrove sonoro” che davvero sembra abitato dagli esseri di cui parlo». Elia Rinaldi è anche musicista nel disco (sue sono le tastiere, il basso synth, la drum machine e alcune chitarre elettriche) insieme a Guido Melis al basso, Giulia Nuti alla viola e Alessandro Alajmo alla chitarra elettrica, già con la White nel primo disco, Omar Cecchi alla batteria, Pietro Horvath al contrabbasso, Marco Monelli (anche illustratore del booklet) al piano. Della White, oltre alle voci, sono: chitarra acustica, ukulele, glockenspiel, alcune chitarre elettriche e alcune tastiere.
Il progetto è stato realizzato con il contributo di Eppela e Postepaycrowd.
Chiara Cavallina, in arte Chiara White (dal cognome della madre, di origine inglese), è cantautrice e artista fiorentina.
Dall’esordio discografico (Biancoinascoltato), diversi i riconoscimenti ottenuti: vincitrice del premio Zonta per la miglior canzone d’autrice e di Glocal Sound-Giovane Musica d’autore in circuito 2018, semifinalista al Premio De Andrè e ad AreaSanremo 2018 e finalista al Proscenium Festival 2019. Infine, è in finale alla XVI edizione del Premio “Bianca D’Aponte” (ancora non disputata a causa dell’emergenza sanitaria). Moltissimi i concerti, tra i quali la partecipazione al Lilith Festival di Genova, al Reset Festival di Torino, al Chianti Festival e ad Attico Monina (Sanremo 2020), e l’apertura del concerto di Ginevra di Marco alla Fortezza del Girifalco di Cortona (AR).
Oltre ad essere cantautrice, Chiara è attrice nella compagnia di teatro Gli StraniTipi, poetessa nel gruppo Affluenti, nuova poesia fiorentina, e direttrice artistica, assieme all’Associazione Culturale La Chute, della Rassegna di cantautorato al femminile Cantami O Diva (in scena da anni all’ARCI- Progresso di Firenze).
Una vita dedicata alla ricerca, interiore e artistica, ma anche scientifica, infatti Chiara è dottoressa in Scienze Geologiche e lavora come ricercatrice al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed è anche di questa (doppia… o forse tripla) vita che si alimenta la sua musica.