L’album d’esordio dei Van Halen, pubblicato all’inizio del 1978, presenta a tutti gli appassionati dell’Hard Rock l’estro chitarristico di Eddie Van Halen. Nel disco, gli assoli, i riff e le note a cascata suonano, dopo tanti anni, ancora attuali e rappresentano i momenti più memorabili di un album entrato di diritto nella storia della musica rock. Forgiato all’ombra del nascente punk rock, il suono dei Van Halen è strabiliante, fresco, energico, roboante e decisamente controcorrente.
Per la cronaca, i Van Halen prendono forma nel sud della California nel 1972 dai fratelli Eddie e Alex Van Halen, rispettivamente chitarrista e batterista della band. Nati in Olanda e figli di un musicista jazz, dopo anni di studi di pianoforte classico (quasi costretti), cominciano a suonare Rock a ruoli invertiti, Alex alla chitarra e Eddie alla batteria. Ma dopo che Alex aveva sentito il fratello suonare la chitarra in modo più naturale, cambia strumento e prende il posto di batterista. Nel 1974 incontrano David Lee Roth e lo invitano ad unirsi al gruppo come cantante solista. Roth è un personaggio molto carismatico e il suo modo di cantare si rivela particolarmente adatto per il suono della band.
Poco dopo arriva al basso Michael Anthony e insieme cominciano a suonare ovunque, dalle feste all’aperto su un camion adibito a palco e in alcuni locali notturni del Sunset Strip.
Nel 1976, Gene Simmons dei Kiss, dopo averli visti in azione, si offre come produttore di un demo, ma dopo alcune registrazioni e in seguito al rifiuto da parte della band di cambiare il loro nome in “Daddy Longlegs”, abbandona il progetto.
L’anno successivo, Ted Templeman della Warner Bros., vede il gruppo dal vivo a Hollywood e ne rimane talmente colpito che nel giro di una settimana li mette sotto contratto e produce l’album di debutto che viene registrato in sole tre settimane nell’autunno del 1977. I brani sono creati con pochissime sovraincisioni e un approccio molto “LIVE”, per catturare al meglio l’energia dei VAN HALEN e viene pubblicato all’inizio del 1978.
Forse non tutti sanno che i Van Halen rifiutarono la copertina del loro primo album…
…ai Van Halen non era piaciuta l’idea che la loro etichetta aveva suggerito per il loro album di debutto. “Dovreste vedere la prima copertina dell’album che la Warner Bros. ha progettato per noi”, aveva dichiarato Eddie Van Halen in un’intervista a ‘Guitar World’. “Hanno cercato di farci sembrare i Clash”. Il disegno fu scartato, ma non prima che il suo logo futuristico fosse usato su un EP promozionale in edizione limitata. (Buona ricerca)
Nel disco prendono posto 9 composizioni originali e due cover. Dall’opener “RUNNING WITH THE DEVIL”, a “ERUPTION” che introduce “YOU REALLY GOT ME” (un classico dei Kinks del 1964) e gli altri pezzi, il suono sembra provenire da una band di Alieni, atterrati per caso sulla Terra.
Il solo di Eruption, ad esempio, contiene i migliori 100 secondi di tecnica chitarristica mai registrati. Eddie Van Halen suona a due mani sulla tastiera (Two Handed finger-tapping) e diventa “VIRALE” tra i chitarristi negli anni successivi. Tra suoni Vintage e numeri strepitosi, attraverso assoli da manuale e mai sentiti prima, arrivano alcune gemme come “Ain’t Talkin’ ‘Bout Love” e “I’m The One” che chiude il lato A del disco.
Il debutto dei VAN HALEN mostra la capacità della band, oltre alla grande tecnica, di creare melodie e armonizzazioni uniche. La sezione ritmica è rocciosa!
David Lee Roth, come frontman, è un vero animale da palcoscenico. Ascoltare “Ice Cream Man” (l’altra cover di John Brim, un bluesman di Chicago) per avere la conferma delle sue doti di interpretazione che durante tutto l’arco del disco passa da uno stile tipicamente hard rock a sezioni a cappella do-wop e dinamiche da brivido.
“I Wanna Look Like Cocks and Balls”…
Queste sono state le indicazioni che il fotografo Elliot Gilbert ha detto che David Lee Roth gli ha dato durante le riprese per la copertina del primo album della band, che ha visto ogni membro della band posare individualmente nel suo studio. “Non sapevo cosa diavolo volesse dire, ma andava bene! Voleva apparire in un certo modo”, disse Gilbert a Cover Our Tracks anni dopo.
Roth si è dovuto attorcigliare in un piccolo scatto per ottenere la sua posizione impossibile piegato sulla schiena, perfetta, per la foto da realizzare. “Era costretto dallo spazio circostante, quindi ha dovuto attorcigliarsi con il corpo per ottenere una sorta di posa di karate”, ha raccontato il fotografo e “Ricordo di aver interrotto la sessione fotografica e di essermi avvicinato a lui, di avergli sistemato le gambe e di avergli chiesto se stava bene, perché volevo fare qualche scatto.
Ultima curiosità…
Provate a Cercare David Lee Roth sul disco…
Il nome “David Lee Roth” non si trova da nessuna parte nei credits del primo album dei Van Halen. Il cantante è accreditato come semplicemente “David Roth” nella Inner Sleeve e il suo secondo nome avrebbe preso il posto che gli spettava in Van Halen II, l’anno successivo.
Hey! Hey! Hey!…
Pedal-To-The Metal…
Hard Rock Up Your A… \m/
Vinnie Vinile