“Mac Baren”, terzo singolo della band è dedicato alla città di Bologna che sarà protagonista anche del video, città importante per la band. Questa canzone è forse la rappresentazione più veritiera dei Balto nel periodo di scrittura di questo primo album.
C’è dentro la nostra vita universitaria, le nottate per Bologna, gli esami e i concerti, quando ancora era tutto normale e folle insieme. Ci sono i portici per coprire le incertezze verso il futuro, le influenze dei dischi che il gruppo ha amato e che li ha formati. C’è anche l’insicurezza di una carriera lavorativa mai ambita davvero e i sogni nel cassetto che non riescono a starsene al loro posto.
Il titolo, Mac Baren, è un tabacco in gergo universitario noto come “tabacco senza nome” che in questo caso assume importanza in quanto interpreta la crisi dei vent’anni, della città in cui il gruppo ha vissuto e in cui questo disco ha preso vita. Una città, Bologna, che rappresenta la città, l’altra faccia dei Balto, un gruppo legato al mare della propria Romagna che ama allo stesso modo una città metropolitana.
Bologna per i BALTO vuol dire formazione, crescita, sogni e paure mescolati in un drink in piazza santo Stefano alle quattro di notte. E le canzoni sono nate così, negli nostri appartamenti in affitto durante gli intervalli dalle lezioni, sui treni regionali del ritorno in Romagna di tanto in tanto, lungo i viali la notte o sulla circolare esterna.
“Abbiamo scelto questa canzone come singolo per dare il giusto peso a tutti questi momenti di vita vera e vissuta fra le strade e le case di Bologna, momenti che non dovremo dimenticare mai, con gli stomaci pieni di paure e sgonfi di spensieratezza, in continua alternanza durante questi anni di meravigliosa incertezza.
Questa canzone parla di crisi d’identità, del perdersi e non volersi ritrovare sul serio, perché quel posto che ci era stato assegnato non ci stava poi così bene addosso e in qualche modo doveva essere cambiato necessariamente qualcosa”
I portici di Bologna e gli spaghetti alle vongole sul lungomare. Murakami, i treni regionali. I BALTO raccontano la normalità che ci circonda, le vite in bilico col filtro di chi si trova fra i venti e i trent’anni.
La band composta da Andrea Zanni (voce e chitarra), Marco Villa ( basso e voce), Manolo Liuzzi (chitarra e voce) e Alberto Piccioni (batteria), nasce all’inizio dell’estate del 2017, quando grazie ad un contest locale ha l’occasione di aprire ai Canova in Piazza del Popolo a Cesena.
Nasce così il primo EP della band, “È tutto normale”: cinque canzoni focalizzate sull’incertezza quotidiana con la solitudine in veste di arma a doppio taglio e il bisogno di rivalsa in fondo al bicchiere dell’accettazione della “vita normale”.
A Novembre 2017 l’EP esce per Alka Record, seguito da un tour autoprodotto in tutto il centro e Nord Italia, che si conclude nella primavera di due anni dopo. La scrittura del primo album era già iniziata nei primi mesi del 2018, con una nuova direzione che influenza sempre di più l’approccio della band nella ricerca della propria verità sonora.
Ad ottobre 2018 arriva l’incontro dei Balto con Manuele Fusaroli, produttore ferrarese di buona parte dei dischi dell’indierock indipendente degli anni Zero e ’10.
Nasce un rapporto di stima e condivisione, che porta a Settembre 2019, a cominciare la produzione e registrazione del primo album dei BALTO, insieme allo stesso Fusaroli e al giovane produttore ferrarese Michele Guberti, insieme come Massaga Produzioni.
Il primo singolo di questo nuovo progetto, primo vero album della band, “Quella tua voglia di restare” (che raggiunge i 20,000 stream) esce il primo maggio 2020 per Schiuma Dischi e Pioggia Rossa Dischi seguito da Preghiera della Sera.