Acclamata da NPR come ‘il catalizzatore del cambiamento del 21° secolo’,
le sue canzoni di protesta sono diventate l’inno della primavera araba.
Negli anni si è esibita per Amnesty International ed in occasione della cerimonia
per la consegna del Premio Nobel per la Pace nel 2015, portando il suo potente songwriting
in tutto il mondo. Acclamata dai più importanti media, tra cui NPR
che la annovera tra le donne più influenti del 2021 e Pitchfork (“the world needs
Emel Mathlouthi’s anthems against the dictatorship machine”),
EMEL MATHLOUTHI
in concerto
sabato 12 settembre
MANTOVA – FESTIVALETTERATURA
ARENA BIKE – IN
Campo Canoa, ingresso da Via Legnago, 1
prezzo del biglietto: 12 € + d.p.
apertura porte ore 20.30 – inizio concerto ore 21.30
biglietti in vendita dalle ore 9.00 di martedì 1 settembre al sito festivaletteratura.it per i soci Filofestival
e da venerdì 4 settembre per tutti
Diventata famosa per le sue canzoni di protesta, ‘Ya Tounes Ya Meskina’ (‘Poor Tunisia’) e ‘Keimti Horra’ (‘My Word Is Free’) – brani che sono diventati gli inni della Primavera Araba – Emel Mathlouthi, grande artista di origine tunisina ma di stanza a New York, unisce in modo travolgente i suoni della natura con le voci delle città, il rumore del mare e delle fiamme di protesta, accompagnando le sue musiche con testi potenti e coinvolgenti. Invitata ad esibirsi alla cerimonia per la consegna del Premio Nobel per la Pace nel 2015 con il brano ‘Keimti Horra’, inno della Primavera Araba, (live visibile qui) Emel Mathlouthi ha pubblicato nel 2019 ‘Everywhere We Looked Was Burning’(Partisan Records), il terzo album nonché il primo in inglese, tra arrangiamenti orchestrali, elementi di elettronica ed armonie arabe. Tra i brani contenuti, anche il singolo che da il titolo al disco, il cui video, pubblicato recentemente e realizzato da Sami Battikh, riflette gli abusi di autorità che si verificano ovunque contro i più vulnerabili, attraverso immagini di incendi in tutto il mondo, dalla California al Brasile, dall’Australia fino ad arrivare ai fuochi di protesta e di conflitto del Libano, Cile, Francia (video visibile qui).
Nata e cresciuta a Tunisi, le sue canzoni vengono presto censurate in tutto il paese, per effetto della dittatura culturale e politica, che costringe l’artista a trasferirsi a Parigi nel 2007, dove lascia scorrere liberamente il suo talento compositivo. Nel 2008 Emel canta ‘Kelmti Horra’ (‘My Wird Is Free’) durante la Rivolta dei Gelsomini, diventando un’icona della Primavera Araba, di cui il brano ne diventa l’inno. Oggi Emel vive a New York, dove continua a far valere la sua voce in nome della verità.
Nelle prossime settimane verrà invece pubblicato il primo nuovo brano tratto dal disco in arrivo ad ottobre, di cui seguiranno presto maggiori informazioni.
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