Dal 27 giugno al 18 luglio 2020 in mostra a Roma-
alla Galleria Arte in Regola- “Il mondo di Letizia”
con “I Mayagods sono arrivati a Roma”-“Ho ancora le ali”
Vernissage 27 giugno 2020, ore 18.30 presso la Galleria Arte in Regola,
Via dei Cappellari 92- Roma.
Saranno presenti: l’artista Letizia Cucciarelli, il gallerista Luigi Rosa e la giornalista Antonietta Di Vizia.
Cresce l’attesa nella capitale, per la personale di Letizia Cucciarelli Migliorini dal titilo“Il mondo di Letizia”, un percorso artistico racchiuso in due filoni creativi “I Mayagods sono arrivati a Roma”-“Ho ancora le ali”, alla Galleria Arte in Regola dal 27 giugno 2020, un incontro speciale quello con Letizia Cucciarelli Migliorini, una arstista poliedrica, ispirata e attraversata da visioni creative.
“L’energia attraversa gli artisti che sono un mezzo di trasmissione- ci confida Letizia Cucciarelli– quando le mani affondano nella terra sono le unghie o piccoli arnesi appuntiti che mi hanno aiutato: non mi ha insegnato nessuno ma la gioia nel bisogno di esprimermi a volte sono diventati una sorta di trance“.
Una artista completa Letizia Cucciarelli che espone nella capitale circa 30 tra dipinti e sculture per un pubblico raffinato che vuole rivivere attraverso l’arte un percorso onirico, storico e culturale
“La provenienza della creatività è spesso recondita e misteriosa, i canali aperti dell’energia spesso trasportano messaggi inimmaginabili, talvolta arrivano come vortici altre come delicate brezze- racconta la Cucciarelli- Parte delle mie creazioni provengono dalle mie visioni, altre mi compaiono nella mente all’improvviso ed altre come i santi ed i papi invece sono pensate, elaborate faticosamente in quanto devo creare gli spunti storici da inserire nei volti e quindi come una poesia od una scena teatrale devono raccontare la storia, pertanto fino che non trovo la soluzione tecnica o l’oggetto evocativo da inserire o da aggiungere continuo a scervellarmi”.
Letizia Cucciarelli Migliorini nata a Bologna, una gran passione per il disegno sin da bambina, a cinque anni comincia a disegnare prima di scrivere. Ha studiato economia ed ha svolto la libera professione con successo, nel 2003 scopre l’amore per un luogo magico Alica in Toscana dove ha ritrovato la sua creatività.
Abbiamo chiesto all’artista: dal 27 giugno la sua personale nel cuore della capitale, come si articola la mostra?
“La mostra riporta disegni, pitture ad inchiostro, pittosculture e sculture. Ognuno è libero di seguire il proprio filo conduttore ovvero quello creerà una percezione più intensa od una sollecitazione inaspettata o curiosità. E’ una dimensione che si può definire “Il mondo di Letizia” che si snoda in momenti e temi diversi come le teste dei Papi medioevali come Celestino V profumato di spezie beato e guaritore, i profili dei Mayagods con i loro colori e lingue sporgenti sono in comunicazione con le parti smontate di corpi macchina computerizzati e svuotati di Ho ancora le ali, trovo giusto che sia l’osservatore a trovare la sua strada perché il viaggio interiore potrebbe essere un momento meraviglioso che ognuno dovrebbe riscoprire e fruire in libertà“.
Qual è il senso del suo messaggio artistico? “Il mio messaggio è squisitamente intellettuale ed emozionale in cui la curiosità mai appagata provoca reazioni in me e nell’osservatore, come un’archeologa vado a riscoprire civiltà scomparse o sommerse, ripercorro sentieri arcaici fra sogni e mitologia dove riscopro sibille, Aristofane che si scompone, Narciso invidioso di Atlante, Orfeo e Nike alate, scriba egizie e dei pagani sia scolpiti che disegnati come il Re Scorpione oppure il Dio Maia che odia la città”.
La creatività ha sempre fatto parte della sua vita? “Ritengo di essere creativa non come merito ma come dono per cui ringrazio Dio ed i miei genitori che mi hanno sempre concesso spazi per esprimerla. Odio la noia ed ogni fiore, pezzo di stoffa o di carta sono strumenti utili ma ho applicato la creatività anche in senso costruttivo nella mia professione giuridica perché così è il mio abitus mentale abituato a risolvere problemi. Con l’età il bagaglio di conoscenze si amplia e la forza della curiosità mi incita a cimentarmi continuamente questo parallelamente agli approfondimenti culturali e storici senza i quali non sarebbero mai nati i miei Papi”.
Quale materiale le consente di esprimere al meglio la sua creatività? “La creatività è la quarta dimensione a prescindere dagli strumenti”.
Qual è il suo rapporto con la creta? “La creta è terra di fiume che trasuda tutti i pigmenti vivi dell’acqua è sempre cruda, attraversata dall’energia senza ostacoli. Le sculture sono vive. Le accarezzo le massaggio e la materia si rivela sempre con sorpresa senza sapere mai con esattezza il risultato, una sfida quindi che richiede grande umiltà ma che mi regala sensazioni strepitose e mi obbliga a migliorarmi, sempre un rapporto molto intimo difficile da esternare. La creta nella sua umidità racchiude segreti e rilascia atmosfere in cui si ferma il tempo, il cervello si concentra solo su di lei, si svuota e si riempie e lo spirito rimane in una tensione vitale straordinaria. E’ una macchina rigenerativa, umile e grandiosa!
Nelle sue sculture un forte richiamo al cubismo?”Il richiamo è all’arte sincera, vera che provoca domande e sfiora gli aspetti totali dell’uomo, molto semplici e complessi a seconda dell’angolazione. Se vivesse Freud ora nella sua sala di attesa in Bergtrasse i pazienti sarebbero assorti con lo sguardo allo smartphone, perché le ansie umane non sono guarite nemmeno oggi, anzi accentuate dai bisogni mai appagati. Per questo le avanguardie ed i movimenti del primo ‘900 parigino sono ancora vivi per me e per molti altri artisti che comprendono l’importanza dell’autenticità ed a questa si attengono rigorosamente non copiando e lavorando in profondità fino a suscitare la scintilla. Il cubismo come il surrealismo non sono riproducibili, il cubismo è frutto di studi e di analisi soggettive che danno origine all’essenza pura, a scomposizioni ed incastri dove l’artista opera come psicologo, architetto e filosofo, fotografo di una struttura complessa anima e corpo sempre in movimento, dove si è obbligati ad entrare.
Quanto riesce ad esprimere attraverso la scultura? “La scultura è un’esperienza completa che assorbe il corpo e la mente è un crogiuolo di sensazioni quando le mani affrontano i primi gesti e la testa lavora in 3d e non si può sbagliare perché lei non ti perdona, comincia una danza d’amore, quasi erotica io la voglio e lei si oppone poi lavorandola si ammorbidisce e dopo mi cerca, mi richiama per poi ritrarsi ed essere ostile nei particolari e nella sua pesantezza che rischia tutte le volte di mandare all’aria tutto. Quando creo divento come una primitiva e stento anche ad andare in bagno perché devo interrompere quell’abbraccio intrigante senza regole in cui il ritmo può salire alle stelle e poi scendere al tormento in cui maledico di avere iniziato, ma non mollo mai”.
Un lungo percorso che culmina con una importante mostra personale a Roma, che cosa si aspetta dal pubblico romano? “Questa è un’esperienza di umiltà che è il primo passo verso la perfezione e verso Dio. Un percorso spirituale non può non passare per Roma, dove trascorrevo la festa “de noantri” da ragazzina, dove i miei amici cantautori mi svegliavano suonando la cetra, amo Roma ed i romani e vorrei trasmettere l’amore e la passione che mi sono stati concessi così come la forza e l’energia di affrontare gli scogli della vita come Ulisse. Voglio trasmettere coraggio e curiosità, autentici strumenti per leggere il nostro momento attuale così complesso e sono entusiasta degli incontri che farò, tutti speciali perché così sono i romani capaci di sorrisi che riempiono l’anima e così dolci come l’aria friccichina. Mi aspetto di conoscere ancora meglio i loro cuori ma sono loro che dovranno uscire dalle mie creature con un dono in più. Questo mi aspetto”.