Voodoo Twerk è il nuovo singolo “speciale” degli OvO, in uscita digitale dal 15 maggio 2020 via Artoffact Records.
Voodoo Twerk per OvO fa parte dello stesso filone progettuale di Mondo, brano risalente al 2018. L’intento è giocare con i generi musicali più vituperati, scoprendone elementi in controtendenza rispetto alla loro versione di massa. L’assunto di base è che qualunque cosa, nel momento in cui ci suonano sopra Stefania Pedretti e Bruno Dorella, diventa OvO.
Mondo applicava questo bizzarro teorema alla trap, Voodoo Twerk fa altrettanto con il reggaeton, inserendolo così di diritto nella pratiche del noise e della musica estrema. Aggiungendo una chiave di lettura politica, perché il twerking, visto dai più come ballo erotico e machista (nel senso che promuove l’oggettivazione del corpo femminile), è in realtà una pratica antica con risvolti rituali e, sì, persino anticoncezionali. E oggi ne esiste una scena alternativa, punk e femminista, che speriamo prenda sempre più piede.
Voodoo Twerk è un esperimento a sé stante, nell’anno che segna sia la pubblicazione del recente album Miasma sia il ventennale di attività del duo, da sempre celebre per la potenza della propria resa dal vivo nel corso di estese tournée in tutto il mondo. A tal proposito, il tour europeo a supporto di Miasma – partito lo scorso febbraio e interrotto a causa della corrente pandemia globale – riprenderà appena possibile.
Miasma, uscito il 7 febbraio 2020 inaugurando il rapporto con la prestigiosa etichetta canadese Artoffact Records, ha segnato un’ulteriore evoluzione per gli OvO, con sonorità che da una parte omaggiano le loro radici punk/hardcore e dall’altra proseguono una ricerca orientata a un’elettronica estremamente personale, organica e rumorosa, fra tribalismo, futurismo e la partecipazione di numerosi ospiti e collaboratori (Årabrot, Gnučči, Gabriele Lepera degli Holiday Inn, Eraldo Bernocchi, Matteo Vallicelli e altri ancora).
In più, Miasma è purtroppo arrivato, con il senno di poi, come una lungimirante premonizione in tempi di virus e collasso del pianeta, del capitalismo: ispirato al saggio Malattie croniche di Samuel Hahnemann, il disco poggia infatti su un immaginario sci-fi quantomai attuale, dove un contagioso morbo alieno – rappresentante le nostre paure più profonde, causate da chiunque là fuori voglia controllarci – si estende dalle paludi circondando pian piano città e villaggi. Inutile dire che freak, queer e outsider saranno i primi a rendersene conto e a combatterlo. E da adesso potranno farlo anche twerkando a ritmo di reggaeton.
Foto di Erica Schneider
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