RICHARD WALTERS
presenta
‘BIG JOY’
il nuovo brano, da oggi su tutte le piattaforme digitali,
tratto da ‘Golden Veins’, il disco in arrivo il 12 giugno
‘Big Joy’ è un inno pop guidato dall’etera voce
di Richard Walters
di Richard Walters
“The song ‘Big Joy’ is a a song about the art of social media interaction;
everyone else’s joy is bigger and better than your own,
so how do we cope? It feels like you’ve always got to go one step further,
every minute and every second must be ecstatic.
Musically it’s inspired by the fuzzy shoegaze I grew up with.” – Richard Walters
everyone else’s joy is bigger and better than your own,
so how do we cope? It feels like you’ve always got to go one step further,
every minute and every second must be ecstatic.
Musically it’s inspired by the fuzzy shoegaze I grew up with.” – Richard Walters
‘hushed and haunting’ – The Guardian
‘stunning’ – The Line of Best Fit
Richard Walters pubblica ‘Big Joy’, un inno pop accompagnato dalla voce eterea del singer-songwriter inglese, una nuova anticipazione tratta da ‘Golden Veins’, il quinto disco di studio in arrivo il 12 giugno (Cooking Vinyl/Egea Music/The Orchard).
Sono passati dieci anni dalla pubblicazione dell’acclamato album di debutto ‘The Animal’, ed in ‘Golden Veins’ è facile percepire la maturazione e la costante evoluzione dell’artista in nove sublimi tracce che si snodano tra momenti lo-fi e frammenti psichedelici. Il brano ‘Kintsugi’ si rifà all’antica arte giapponese di riparare la porcellana rotta con la lacca (da qui il titolo del disco, ‘Golden Veins’) ed altro non è che la metafora della relazione di Richard Walters con la moglie e della sua rinnovata creatività ed ispirazione. “When she and I got together ten years ago I was a mess; I was taking too many drugs, drinking too much, not living as well as I should, and as a result I felt very fragmented. I was broken and she put me back together. But it’s also about rediscovering the joy in life and music again. Kintsugi is an artform that highlights imperfections and for me, when I meet new people, I’m always relieved to find out that they’ve got flaws too. Those small cracks make us more interesting and stronger.” dichiara apertamente Richard Walters.
Alla fine del 2016 Richard si trova nel bel mezzo di una crisi, avvolto dal classico blocco dello scrittore. Nonostante scriva musica dall’eta di diciotto anni, si sente bloccato e senza alcuna creatività e decide così di provare a scrivere film invece di musica. A settembre dello stesso anno, un mese prima della pubblicazione di ‘A.M’, il quarto album, Richard e la moglie si accorgono di aspettare, inaspettatamente, un figlio. Questo, ovviamente, cambiò tutto: “That was like a total rewiring for me. I didn’t have time to explore my options anymore, I just had to do what I knew, what I hoped I was good at. I went slightly mad around that time, pushing myself to write more, record more, network more and make it all line up. And it did; that was the start of a truly creatively fulfilling time in my life.”
Durante un viaggio a Nashville, Richard riceve alcuni saggi consigli dal songwriter Trent Dabbs, che lo aiuta a ritrovare creatività, ispirazione ed energia, il tutto riassunto in quella che sembra la più ovvia delle affermazioni: scrivere la musica che ti piacerebbe ascoltare.
Ritornato in Inghilterra, Richard si immerge negli ascolti dei suoi artisti preferiti – Cocteau Twins, Ride, Slowdive, Radiohead – ritrovando piano piano l’ispirazione partendo semplicemente dalla scrittura piano voce. Il produttore Patrick J Pearson ritiene questi primi brani ‘gorgeous’ e così inizia la storia di ‘Golden Veins’, un disco che parla di un artista ma anche di un essere umano, rinato e rinvigorito in tuttii gli aspetti della propria esistenza.
Con quattro album ed altrettanti EP – tutti ben accolti dai media – Richard Walters ha un carriera ultradecennale alle spalle. Le sue musiche e la sua voce, eterea ed inconfondibile, hanno fatto da colonna sonora per alcune tra le più note serie tv, tra cui Grey’s Anatomy, CSI, Criminal Minds e Bones, oltre ad aver collaborato con artisti del calibro di Alison Moyet, Joe Henry, Declan J Donova e 3LAU.