Franco Naddei è musicista, produttore e arrangiatore di lungo corso. Lo conosciamo come Francobeat (autore di tre concept album pubblicati da Snowdonia, Trovarobato e Brutture Moderne) e come collaboratore – fra gli altri – di artisti come John de Leo, Sacri Cuori, Santo Barbaro, Xavier Iriondo, Hugo Race, Giacomo Toni. Ora è semplicemente Naddei e torna sulle scene con il progetto“Mostri”.
I mostri di cui si parla sono i mostri sacri del cantautorato italiano o per lo meno quelli che, in queste canzoni, hanno raccontato anche un po’ la vita di Naddei. Luigi Tenco con “Io sono uno” e Fabrizio De Andrè con “Verranno a chiederti del nostro amore” sono stati i primi. Poi a ruota gli altri: Piero Ciampi, Franco Battiato, CCCP, Rino Gaetano, Ivan Graziani… il repertorio è ampio e vario. Canzoni e artisti selezionati con cura, rivisitati e rimaneggiati, spesso stravolgendo gli originali in una chiave elettronica dal suono vivo e caldo, dall’ambient alla new-wave, tanti ritmi e poliritmi tutti affastellati addosso alla voce cruda e calda che invita al ballo. Da qui la divertita definizione di “Cantautorave”… ecco l’elettronica come la vive Naddei: con un cuore collegato alla pancia e ai piedi.
Franco Naddei, in arte Francobeat, classe 1972, si occupa di musica da sempre: musicista, compositore, produttore musicale attivo da più di vent’anni. E’ tecnico e manipolatore del suono e possiede uno degli studi di registrazione più importanti della Romagna (Cosabeat).
Come “Francobeat” ha prodotto 3 concept album: “Vedo beat” (Snowdonia) sulla beat generation italiana, “Mondo fantastico” libro illustrato con CD su Gianni Rodari e la sua poetica (Artebambini) e “Radici” (Brutture Moderne) con testi scritti dagli ospiti di una struttura residenziale per disabili mentali.
La ricerca sulla manipolazione del suono in tempo reale lo porta a collaborare con varie realtà non solo musicali.
Ha curato la sonorizzazione di spettacoli per le compagnie teatrali Accademia Perduta/Ferruccio Filipazzi, “Città di Ebla” e “Le belle bandiere”, sonorizzando spettacoli che lo hanno portato in tour sia in Italia che all’estero. Per molti anni ha seguito le produzioni teatrali di John de Leo tra cui “Centurie”, “Monsters”, “Songs”, “Zolfo”, ed i suoi album solisti “Vago svanendo” e “Il grande Abarasse”, entrambi usciti per Carosello records, a cui sono seguite tournée per tutta l’Italia.
Attivo ricercatore di sonorità mai banali e lavorate sempre “a mano” ed in via analogica ha prestato il suo suono, arrangiamenti e produzione artistica ad artisti come Sacri Cuori, Hugo Race (ex Bad Seeds), Santo Barbaro, Giacomo Toni, Giuseppe Righini, Moro & the Silent revolution, Pantaleimon, Alejandro Escovedo, Terry Lee Hale, Antonio Gramentieri e in moltissime altre interessanti produzioni sia italiane che internazionali.
In ambito di jazz “contaminato” ha collaborato con molti artisti della scena italiana tra cui Francesco Cusa, Gianni Gebbia, Vincenzo Vasi, Achille Succi, Fabrizio Tarroni, Dimitri Sillato, Pero Bittolo Bon, Diego Sapignoli, Fabrizio Puglisi, Luisa Cottifogli, John de Leo, Xavier Iriondo (Afterhours), Guido Facchini, Christian Ravaglioli e molti altri.
Conclusa l’esperienza “Francobeat”, nel 2017 Franco si concede, come nome d’arte, semplicemente il suo cognome per iniziare un nuovo corso.
Nasce così “Naddei” ed il progetto “Mostri”; una rilettura in chiave elettronica dei mostri sacri del cantautorato italiano.
Si ridefinisce il sound elettronico con cui è nato molti anni fa il suo percorso, ed ora è in lavorazione un album di inediti.
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