Ridotta all’osso – senza togliere meriti ai diversi musicisti che nel tempo hanno collaborato con gli En Declin e grazie ai quali dischi come: “Amaranth” (2000) “Trama” (2005) e “Domino/Consequence” (2009) non avrebbero mai visto la luce né avuto quell’arricchimento compositivo che tuttora i membri superstiti, innegabilmente, riconoscono agli stessi – la band, oggi, vive una fase del tutto nuova dove gli elementi più caparbi persistono nel portare avanti un progetto musicale in cui hanno sempre creduto e dal quale proprio non riescono a staccarsi.
In altre parole, reinventano la band e la posizionano su nuove coordinate sonore, da un lato custodendo gelosamente quell’anima umbratile mista a contaminazioni progressive che li contraddistingue da sempre, dall’altro affiancandola a sonorità figlie di Puscifer, A Perfect Circle e Massive Attack. E questa dualità, questa tensione musicale riflette i testi e la struttura del disco, figlio di uno scontro tra due realtà – in estrema sintesi, potremmo definire del cambiamento/non cambiamento – che genera stallo e, se non superato, condurrebbe l’uomo alla deriva.
Gli En Declin nascono a Roma nel 1996. Dopo una demo, “Amaranth”, e un EP, “Trama”, pubblicati tra il 2000 e il 2003, nel 2005 pubblicano per My Kingdom Music l’esordio “Trama”, prodotto da Giuseppe Orlando (Novembre).
Quattro anni dopo pubblicano, sempre per My Kingdom Music, “Domino / Consequence” – la produzione è affidata nuovamente a Giuseppe Orlando.
Dopo un silenzio discografico durato dieci anni, “A Possible Human Drift Scenario”, il loro nuovo album, è in uscita il 14 settembre per My Kingdom Music (distr. Goodfellas).