Il brano racconta di una bella ambizione: un mondo più equo
in cui la collettività sia la matrice di un vero cambiamento
in cui la collettività sia la matrice di un vero cambiamento
Dopo il primo singolo “100 vite” – uscito lo scorso 5 marzo, con cui Giò Sada ha presentato il suo neonato progetto – la nuova traccia di Gulliver spiazza ancora, come nuovo capitolo di una imprevedibile avventura. C’è il suono sintetico delle estati al mare negli anni ’80 in questo brano decisamente più energico, con cui è impossibile rimanere fermi.
Gulliver è il nuovo progetto con cui l’artista di Bari cede il passo a una nuova espressione di sé, dopo la vittoria nel 2015 della nona edizione di X Factor, un disco d’oro per il singolo “Il rimpianto di te” e il debutto del suo primo album di inediti “Volando al Contrario” (2016, Sony) nella Top 10 della classifica di vendite in Italia. L’Essere Meccanico è un altro assaggio del primo album di Gulliver, dal titolo TERRANOVA, in uscita per Kallax Records. Un brano che parla di amore: ma non quello – più scontato – tra due persone, bensì il grande sentimento che deve animare l’intera collettività per far sì che il mondo diventi per tutti e di tutti. Un obiettivo in cui la parte ‘meccanica’ ed egocentrica dell’io viene messa da parte per lasciar spazio a una comunità coesa e unita, in una sorta di danza collettiva.
“Mi auguro di non trasformarmi nell’essere meccanico, cioè colui che rischio di diventare se spengo tutto quello che sento, se penso vigliaccamente solo al mio orticello. L’essere meccanico: colui che ti fa rinunciare a tutti i tuoi sogni per rispettare quello che ti hanno imposto di essere, come se fosse una regola aderire all’idea che gli altri “esseri meccanici” hanno di te. L’essere meccanico è sempre più bravo a muovere il mio corpo e a prendere decisioni al posto mio. E io, credendo di scegliere liberamente, ci casco sempre. Allora cerco di limare la mia ambizione personale, che nulla produrrebbe se non l’ennesimo stronzo che dimostra a tutti quello che ha ottenuto, pavoneggiandosi cafonamente, sfruttando l’invidia come calamita per potersi arricchire e prosperare, come una piovra. Vorrei quindi, e canto per questo, che l’ambizione di un mondo equo diventasse collettiva, con uno slancio che ci permetta di unire gli intenti verso la matrice di un vero cambiamento – che solo insieme possiamo rendere vero e tangibile.
La vera illusione è che tutto resti com’è. Non lo è invece la certezza che tutto possa cambiare, in meglio, grazie a te”.
La vera illusione è che tutto resti com’è. Non lo è invece la certezza che tutto possa cambiare, in meglio, grazie a te”.
CREDITI:
Recorded, mixed and mastered by Marco Fischetti @ Death Star Studio
Produced by Giò Sada & Marco Fischetti
Thanks to Agostino Scaranello (Bass) e Danilo De Candia (Synth bass and guitars)
Written by Giovanni Sada
Per Giò Sada, GULLIVER è una metafora del suo percorso artistico che nel corso di pochi anni ha attraversato mondi diversi e opposti.
È un nuovo inizio, in cui la regola è riportare la musica all’esperienza dell’ascolto, svincolandola dal legame con l’immagine, l’esteriorità, dal rapporto col pubblico attraverso il “personaggio” e non il contenuto, per ritornare a una dimensione più autentica, come esperienza di condivisione.
La musica è intensa, ad alto impatto emotivo, senza limiti di genere, che parte dalla semplicità di chitarra e voce per spingersi fino alla contaminazione con l’elettronica. I testi parlano di resilienza: la consapevolezza di non voler più rincorrere la realtà, rinunciando alla frenesia che la contemporaneità impone.
È un nuovo inizio, in cui la regola è riportare la musica all’esperienza dell’ascolto, svincolandola dal legame con l’immagine, l’esteriorità, dal rapporto col pubblico attraverso il “personaggio” e non il contenuto, per ritornare a una dimensione più autentica, come esperienza di condivisione.
La musica è intensa, ad alto impatto emotivo, senza limiti di genere, che parte dalla semplicità di chitarra e voce per spingersi fino alla contaminazione con l’elettronica. I testi parlano di resilienza: la consapevolezza di non voler più rincorrere la realtà, rinunciando alla frenesia che la contemporaneità impone.