IZI si riconferma per la seconda settimana consecutiva al primo posto della classifica ufficiale FIMI/Gfk con “Aletheia”, il nuovo album pubblicato per Island Records.
Dopo quasi due anni di silenzio, “Aletheia” è l’atteso ritorno del rapper genovese, un lavoro che segna un cambiamento netto e vissuto dall’artista alla stregua di un nuovo battesimo artistico, come se fosse il suo primo album.
“Aletheia” raccoglie il frutto di anni di ricerca, di riflessione e di lotta costruttiva riguardo tutto ciò che finora è stato nella vita di Diego, personale ed artistica.
Attraverso lo studio di svariati testi, sacri e filosofici, il rapper genovese ha cercato nuove chiavi di lettura della realtà costruendosi una propria visione spirituale dell’esistenza.
Letteralmente, “Aletheia” descrive “lo stato del non essere nascosto / dell’essere evidente”, un momento di disvelamento, uno squarcio.
L’energia creativa che ha portato alla nascita del disco arriva da momenti di epifania, rivelazioni e visioni che hanno attraversato Diego negli ultimi anni, dandogli una più profonda consapevolezza del proprio mondo interiore con le sue vulnerabilità che Izi ha deciso di non colmare ma di esplorare, percorrendone i labirinti, come uno psiconauta che fa della realtà un filtro per la conoscenza di se stesso.
Secondo Diego ognuno di noi cela svariate anime che chiedono di essere ascoltate. Questa consapevolezza diventa quasi una missione che lo porta ad accettarsi, raccontarsi e rappresentarsi come multiplo, con un disco volutamente disomogeneo e multiforme, in grado di trovare un colore per ciascuna delle sue personalità.
Izi decide di mettersi a nudo per poi vestirsi di ogni abito che rappresenta le mille sfaccettature del proprio sè, in un gioco pirandelliano ermetico dove verità e trasparenza regnano.
“Aletheia” è una tavolozza di colori amalgamati, dove ciascuno dei 16 brani che compone l’album è tinto da una sfumatura interiore diversa dalle altre: rabbia, amore, tranquillità, leggerezza, odio, mille frammenti che insieme svestono e rivelano tutto ciò che è Vero, invitandoci a fare lo stesso, come una cura dalla prigione dell’apparenza.
“Aletheia” per Diego è la rappresentazione di un risveglio improvviso, una scossa violenta che ha urgenza di essere comunicata. Ed è proprio questo Izi scioccato a fare da cinepresa su tutto il suo passato, riuscendo ad unire i punti che prima sembravano tasselli disordinati.
Un occhio aperto sui suoi ricordi che vigila su alcuni scorci dell’infanzia passata tra Genova e Cogoleto, luoghi già molto presenti nella discografia pregressa di Izi e che ora diventano simboli e metafore per scavare nelle sue radici.
E se Genova è una “madre”, un viaggio verso il basso, verso le proprie fondamenta, che aiutano a ricordarci di una parte del nostro Io, De Andrè è per Diego un “padre”, un maestro a cui ha voluto dedicare un tributo all’interno del disco con la cover di “Dolcenera”.
L’approccio alla scrittura di Izi si ispira a grandi nomi del cantautorato come Battiato, Brassens, De Andrè, Johnny Cash, Capossela e artisti contemporanei come Masego e James Blake: voci di cui Diego sente vicino il “soul”, musicale o figurato, legate indissolubilmente al proprio e altrui inconscio.
Ed è proprio questa ricchezza e varietà di riferimenti a fare dei testi di Izi uno splendido esempio di rap d’autore.
La scelta delle collaborazioni e delle strumentali, tra protagonisti assoluti della scena italiana e internazionale e alcune delle promesse del beatmaking e della scena rap, è coerente con il messaggio di “Aletheia”, una coralità di voci in grado di adattarsi a tutte le sfumature del disco: dai featuring con Sfera Ebbasta e Speranza alle produzioni di David Ice, Charlie Charles, Tha Supreme, Mace, High Klassified, Maaly Raw, Heezy Lee, Josh e Bijan Amir e Frankie P.
L’artwork del disco è stato curato da Alessandro Spreafico, realizzato da uno scatto del fotografo Alessandro Treves.
Izi ritorna con un album da ascoltare per ascoltare, ascoltarsi e sentirsi.
“Aletheia” ci invita a rimanere svegli, presenti a noi stessi, diventando un manuale arcano da sfogliare e risfogliare, in cui si nasconde la chiave per capire la sua idea di autenticità.
Una verità fatta anche di mostri e bestialità, interiori e sociali, che l’artista evoca per riconoscerli e addomesticarli, senza giudizio o vittimismo. La necessità è quella di sfidare e stimolare l’ascoltatore ad uscire dai propri confini mentali, dalla serialità del quotidiano da cui siamo anestetizzati.
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