Dopo i singoli “Paradise”, “Cultivated” e “Did What I Did”, Jon Bryant presenta oggi “YA YA YA YA”, il nuovo brano tratto da “Cult Classic”, il quarto album in studio in arrivo il 17 maggio 2019.
Registrato agli Afterlife Studios (Vancouver) con il produttore John Raham, Bryant, piuttosto che comporre come solitamente fa partendo dalla sua chitarra, ha sfidato se stesso affidandosi dall’inizio al solo pianoforte, riscoprendo le influenze della sua infanzia e adolescenza, artisti come Bruce Hornsby, The Doobie Brothers e Steely Dan. Accogliendo i suoni caldi dei sintetizzatori nella sua architettura sonora, ha esplorato stili che da sempre l’hanno affascinato. Il risultato è un arrangiamento che evoca un radicale e intenso effetto cinematografico.
Nel 2015, Jon Bryant è entrato a far parte di una setta, per poi uscirne qualche mese più tardi. Nonostante la sua permanenza in quella comunità sia stata breve, essa ha interamente ispirato, diventandone la cornice e il filo conduttore, la scrittura dell’album.
“4 years ago, I joined a cult. I was a member for a short but intense period of time. In the beginning I was recruited by a friend and after months of convincing I decided I would give it a shot. I did my research and found mixed reviews of the organization. No cult will ever say they’re a cult, but in my core, I felt a weary need to have caution. Especially since how from the minute I walked into their basement facility up until the day I left, I felt transformed and enlightened.
Through all this, I made every mental effort to maintain a safe distance from full commitment to the organization. I’ve never fully defined my beliefs and I wasn’t about to start. However, what they were sharing with me was some of the most useful and rewarding information I’d ever heard. I knew that with the right amount of truth, promises and brainwashing, anyone could fall into the trappings of a cult.
A few months after I joined, I began to distance myself from the group. I still wanted to be involved as it was feeding my love of learning, but I knew something was off. After hearing more awful stories of people’s experiences with the organization, I finally cut ties.
In the early days of writing the music for this album, I saw myself (and the world around me) through the lens of a cult. It was only until I was involved with one, did I actually realize that they’re interwoven through so much of culture. To be in a cult is to be human.”
Reclamando la sua indipendenza, Bryant ha scritto canzoni girando per il mondo, dalla Nuova Scozia a Vancouver passando per Seattle, Los Angeles, e Australia. Ha anche riscoperto varie influenze significative per la propria scrittura, e anche in questo caso il range è molto vario, partendo da Jeff Buckley e The Police arrivando a Shuggie Otis e Michael McDonald, passando per Massive Attack e ancora The Smiths, Hall & Oates e Chris Isaac.
Jon Bryant fa il suo debutto da solista nel 2009 con l’album in studio “Two Coasts For Comfort”, con il quale si aggiudica il premio “Featured Singer/Songwriter Album of 2009” in Canada e si guadagna nel 2011 una nomination come “Folk Album Of The Year” agli East Coast Music Awards. Nel 2012 pubblica il suo secondo album in studio “What Takes You” che lo porta ad esibirsi per ben due volte ai Juno Awards.
Sulla piattaforma di Apple Music negli ultimi mesi i suoi ascolti sono aumentati in maniera vertiginosa, mentre su Spotify le sue canzoni sono state inserite in 25 playlist diverse negli ultimi 28 giorni.