In un mondo ideale Disturbance, il nuovo album dei pionieri dell’Industrial Test Dept, non avrebbe necessità d’essere. La Gran Bretagna non sarebbe devastata dalla xenofobia; le comunità working class non sarebbero assediate; il Capitalismo non avrebbe creato una crisi dovuta al cambiamento climatico di tali dimensioni da spingere i pianeti sull’orlo del precipizio; e gli ideali della Thatcher che Graham Cunnington e Paul Jamrozy hanno combattuto aspramente durante i primi anni di vita dei Test Dept non sarebbero tremendamente tornati alla ribalta delle questioni politiche. “Il caos che stiamo vivendo ora è incredibile, da qui arriva il titolo. È estremamente disturbante” dice Cunnington, che combatte contro tutto ciò dal 1981. Fu quello l’anno in cui lui, Jamrozy e un susseguirsi di artisti di talento provenienti da diverse discipline formarono Test Dept forgiando un nuovo, incendiario sound in un edificio occupato nella zona di New Cross, Londra. In breve diventarono eroi dell’underground e il Governo Britannico incominciò a tenerli sotto sorveglianza. Trentasette anni dopo, nel nuovissimo album Disturbance, quel sound è incendiario più che mai.
ascolta e condividi il primo singolo estratto Landlord
TRACKLIST:
Speak Truth To Power
Landlord
Debris
Full Spectrum Dominance
Information Scare
Gatekeeper
GBH84
Two Flames Burn
“È incominciato tutto con un progetto che avevamo in archivio”, ricorda Cunnigton. Era l’inizio della decade 2010 e Test Dept erano stati in letargo per anni. I due volevano riorganizzare le vecchie registrazioni dei Test Dept “per ristabilire la nostra storia e far uscire di nuovo la nostra musica” dopo che la casa discografica aveva messo fuori catalogo molti dei loro 14 album. Nel sistemare l’intera discografia, il gruppo creò anche un’installazione video molto ambiziosa, DS30, commissionata dall’AV Festival di Newcastle: l’opera commemorava il trentesimo anniversario dello sciopero dei minatori, avvenuto fra il 1984 e il 1985 in seguito all’annuncio, da parte dell’allora Primo Ministro Margaret Thatcher, della chiusura di una miniera di carbone nello Yorkshire, la prima di una serie di siti estrattivi destinati a essere smantellati, compromettendo così ventimila posti di lavoro. Durante la manifestazione ci furono anche morti e diversi procedimenti giudiziari.
Oltre al documentario, venne fuori anche la realizzazione di un libro, Total State Machine, pubblicato dall’etichetta indipendente PC-Press, che racconta la storia dell’innovazione del progetto. Furono programmati concerti a diversi Festival in UK ed Europa, e lì Cunnington e Jamrozy si chiesero cosa suonare. “Sapevamo per certo che non volevamo assolutamente fare una sorta di greatest hits”, dice Jamrozy. E quindi, invece di remixare canzoni del passato le hanno riarrangiate apposta per il palco. Quando rivolsero l’attenzione sul “prossimo passo da fare verso un nuovo album come conseguenza logica”, venne fuori un’idea – prendere le idee delle nuove canzoni e trasformarle in nuovi esperimenti sonici pesanti come martelli e pieni di potente poesia di protesta. La politica aveva chiuso il cerchio. Bisognava farlo con la musica, ora.
Il risultato è un album che subito fa capolino nel passato e ruggisce al futuro, attraverso otto pezzi che evocano il potere crudo dei Test Dept nella loro incarnazione originale degli anni ’80, e in più ci aggiunge nuovi elementi. “Siamo persone diverse, adesso – non siamo più dei ragazzini” ride Jamrozy. “La rabbia c’è sempre, ma è temperata da una saggezza diversa ora. Abbiamo cercato di aggiornare il sound, di truccarlo un po’ – per esempio, ascoltando le tracce di una volta ci siamo resi conto che erano un po’ carenti di basso, e ora l’abbiamo portato parecchio in evidenza”. Ma non è solo una questione di basso. In Speak Truth To Power il testo sulla ferocia del capitalismo è avvolto da archi di grandezza sinfonica, esplosioni di tastiere e percussioni disturbanti e metalliche. Full Spectrum Dominance, che parla della “guerra perpetua nella quale ci troviamo, dall’Iraq all’Afghanistan alla Siria”, combina un design sonoro combattivo con testi da incubo e batterie intense e pulsanti (il batterista è il nuovo collaboratore Zel Kaute), insomma quella che Jamrozy definisce “chaotic freedom”. Landlord, il primo singolo estratto, è un vero e proprio campo di battaglia che prende casse insistenti che ricordano la techno degli anni ’90 e le unisce a rullanti che sembrano scariche di mitragliatrice, arpeggi accecanti e urla violente: un anatema nei confronti di disgrazie terribili come quella della Grenfell Tower, l’incendio del grattacielo popolare a Londra nel 2017, in cui persero la vita 72 persone. “Noi cerchiamo di non essere troppo letterali, ma certe cose vanno dette” spiega Jamrozy “la gente sente la necessità di prendere a pugni in faccia gli avidi rapaci”.
“Paul e io non viviamo distanti, quindi abbiamo lavorato al disco abbastanza comodamente, o insieme o per fatti nostri” spiega Cunnington in merito alla realizzazione di Disturbance. Man mano che il lavoro col disco progrediva, lo faceva anche lo sviluppo dello studio di proprietà di un altro collaboratore, co-produttore e tecnico del suono da palco Lottie Poulet. È lì che il team ha lavorato di fino sui suoni, le sovraincisioni e il mix finale. Il messaggio che il duo si auspica di lanciare è chiaro, ed è un messaggio di speranza: “Vedere qualcosa di ottimista nel voler costruire collegamenti fra la gente e protestare in maniera positiva, invece di fare sempre rivolte. Vogliamo mostrare la possibilità di cambiare e di scappare da questa prospettiva” dice Cunnington.
“L’Arte non è uno specchio che riflette la realtà, ma un martello che le dà forma”, diceva il poeta e scrittore teatrale Bertold Brecht. È un mantra che continua a guidare i Test Dept, che aprono Total State Machine con questa citazione e che si approcciano alla musica come a un mezzo per informare, persuadere, agitare e infiammare. in Disturbance, questa filosofia così come c’era ai tempi in cui collaboravano con un coro di minatori in protesta nel Sud del Galles, per attirare l’attenzione sulla situazione critica dei minatori; e ai tempi in cui dimostravano solidarietà agli artisti rave minacciati dal Criminal Justice and Public Order Act del 1994; e ai tempi in cui si sono schierati contro le chiusure delle cave, l’Apartheid, Rupert Murdoch e altro. Completato da un artwork da brividi, opera del nuovo visual director del gruppo David Altweger, pieno di immagini potenti e temi rivoluzionari che comprendono l’estetica dei loro primi lavori, ispirata ai Russi, Disturbance cerca di distruggere gli orrori degli ultimi tempi.”Destroy The Past, Destroy The Past” sussurra una voce sullo splendido pianoforte della delicata Debris. Test Dept tornano al passato con un album nuovo e sviscerato e con lo scopo di voltare pagina e andare avanti verso un futuro nuovo e fiero. Sperando che Disturbance sia la colonna sonora di una società che voglia fare lo stesso.
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