Memoria e latifondo – Storie e musiche del contado laziale con Sandro Portelli, Sara Modigliani, BandaJorona Andrea Satta, Alessandro D’Alessandro e… Valmontone, 29 dicembre, ore 16-24
La questione del latifondo, tra sopravvivenze feudali e istanze di radicale rinnovamento, lotte contadine e reazioni padronali, ha segnato in profondità la storia delle aree interne d’Italia, secondo dinamiche che si ritrovano, sia pure notevolmente differenziate, in ogni regione. Valmontone, in questa direzione, costituisce un caso esemplare, segnando un’alleanza altrove insospettabile tra il movimento contadino e la componente più illuminata della borghesia locale grazie soprattutto all’azione di Giuseppe Ballarati, animatore del giornale “La difesa del contadino” di vasta risonanza e grande diffusione agli inizi del Novecento. Vicende che, in ogni caso, riguardando aspetti di vitale importanza per la vita di milioni di persone, hanno finito con il condizionarne il vissuto quotidiano e con il segnarne la parabola esistenziale, fino a ritagliarsi un posto indelebile in quella memoria che, nel passaggio da una generazione all’altra, determina la costruzione di un patrimonio di valori e ideali condivisi, fino a intersecare il cosiddetto immaginario collettivo che si trasmette soprattutto per discipline orali quali il canto e la poesia.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Valmontone in collaborazione con l’editore Squilibri, mira dunque ad evidenziare la circolarità di questi processi e la riproposizione di alcune istanze in aree geografiche diverse, facendo leva soprattutto su quanto si è radicato nella tradizione popolare ed è stato possibile ricostruire attraverso la cosiddetta storia orale, secondo connessioni e legami innescati da una facoltà particolarmente viva e dinamica come la memoria. Teatro e contesto dell’intera iniziativa le bellissime sale di Palazzo Doria-Pamphilj dove, il 29 dicembre, alle 16, sarà presentato il volume “L’anarchico che non uccise il re” in cui Piero Proietti ricostruisce la vicenda di Pietro Acciarito, il fabbro originario di Artena che nel 1897 attentò senza successo alla vita del re Umberto I.
Alle 17,15, si entra nel vivo della questione con le relazioni sul tema “Il movimento contadino nel Lazio, da Valmontone ai Castelli Romani”. In particolare di Giuseppe Ballarati e delle sue iniziative a favore dei contadini nella Valle del Sacco si occuperà Clementina Mele, che a Ballarati ha dedicato una monografia, e del rapporto tra città e campagna nell’area dei Castelli Romani invece parlerà Alessandro Portelli, tra i fondatori della cosiddetta storia orale, che ripercorrerà sul filo della memoria le storie e i canti raccolti in oltre quarant’anni di ricerca sul campo ad opera del Circolo Gianni Bosio di Roma. A seguire, alle 18 lo spettacolo musicale e teatrale “Mira la rondondella. Musiche e storie dai Castelli Romani” con Sara Modigliani, i musicisti del Bosio e gli attori del Combo. Tra saltarelli e canti rituali, stornelli e canzoni narrative, canzonette e parodie, racconti e aneddoti, prende forma uno straordinario racconto corale che restituisce il senso profondo delle trasformazioni che hanno investito i Castelli Romani negli ultimi decenni. Nell’incessante ricerca di significati in cui si muove la memoria, la narrazione si svolge tra figure emblematiche della militanza politica, da Garibaldi a Gramsci, e immagini di un abusato pittoresco, dal vino alla “gita ai Castelli”, soffermandosi su episodi di grande portata simbolica, dalle rivolte anticlericali di fine Ottocento fino alla Resistenza. Attraverso la viva voce dei protagonisti si delinea così un processo intergenerazionale in cui l’orgoglio di una identità politica, entrato in crisi con i cambiamenti di fine millennio, rinasce oggi nelle lotte per l’ambiente e nel confronto con le culture. Da un’idea di Costanza Calabretta e Alessandro Portelli, con Sara Modigliani (voce), Gabriele Modigliani (chitarra), Roberta Bartoletti (Organetto) e letture di Nicola Sorrenti e Matilde D’Accardi.
Alle 19 un tuffo nella memoria locale inseguendo foto e ricordi di una ricerca sulla Valle del Sacco, Accidenti a questa zappa, promossa dalla scuola elementare Sant’Anna in collaborazione con Stanislao Fioramonti, con letture di Francesco Di Gregorio e sonorizzazioni di Alessandro D’Alessandro.
Alle 20 Una terra generosa con degustazioni di polenta e prodotti tipici della Valle del Sacco
Alle 21,30 il concerto conclusivo della BandaJorona, quanto mai pertinente ai temi affrontati in questa densa giornata di studio e spettacolo e utile anche ad evidenziare come certi problemi, lungi dall’essere confinati in qualche remota campagna, investono ormai anche la metropoli, in particolar modo le periferie urbane di una città ferita come Roma. Con il loro ultimo cd, Io so’ me, pubblicato da Squilibri, il gruppo capitanato da Bianca la Jorona Giovannini, dalla rivisitazione dei canti della tradizione è approdata a un’originale forma di canzone d’autore per dare voce a sentimenti ed eventi raccontati in prima persona, vissuti sulla propria pelle e tanto intensamente da poter diventare metafora di una condizione esistenziale più generale, al punto da ritrovarsi anche in altre periferie del mondo dove il canto si leva quasi come un esorcismo rispetto alle brutture della vita o come una gioiosa reazione di fronte alla protervia di chi ci vorrebbe vinti e sopraffatti da quei problemi e da quelle brutture. Un grido vitale che si leva con forza accresciuta sul piano musicale dove ai classici strumenti della tradizione folk (fisarmoniche, contrabbassi e mandolini) si sono aggiunte sonorità elettroniche “stranianti”, che raccontano altre storie o le stesse storie da altri punti di vista, mentre nelle pieghe dei testi riaffiorano presenze costanti e mai rassicuranti, come quella di un maestro come Pier Paolo Pasolini, con la stessa caparbia intenzione di sempre: cantare di Roma e del mondo in questo nostro frastagliato presente.
Il legame tra i diversi momenti della giornata sarà evidenziato nelle incursioni artistiche di Andrea Satta, leader e fondatore dei Têtes de Bois, oltre che scrittore e agitatore culturale che proprio a Valmontone ha deciso di lavorare come pediatra sulla spinta di un sentimento di solidarietà con le nuove e vecchie comunità che popolano le periferie romane.
La giornata di studio e di animazione “Memoria e latifondo” ricade all’interno del Festival della Storia, promosso dal Comune di Valmontone, assieme ad altre amministrazioni dell’area, d’intesa con la Regione Lazio.
Info: info@squilibri.it; www.squilibri.it