Il terrore incombente e l’ansia della realtà sono il filo conduttore di Disforia, che si presenta con il turbinio di dissonanze di Al Ghazzali, nient’altro che un impostore, portatore di Luce profana, spenta, legata al falso mito del positivismo, del progresso, del dominio della macchina e dell’industria. Manjala è l’esplosione di rabbia e odio, che sfociano in disperazione, chiusura interiore, dell’individuo umano, oppresso dalle proprie scelte che rimbombano nella sua testa in un tripudio di fruscii e ronzii, Zags.
La necessità di coprirsi gli occhi dall’orrore civile, di abbandonarlo, di fuggire dal e nel passato e tornare ad essere vivo è in, Alchimia del Fato, una riflessione sulla natura del sé, la libertà di scelta in contrapposizione al mero lasciare scie, impronte, affinché altri ne possano fruire. Le stringhe di materia esotica riecheggiano tra gli oggetti, tra le persone, tra le scelte, come la totalità degli eventi che sembra concludersi e ritornare in una spirale continua, in frattali che si riflettono nell’immagine membrana del tempo: Cronotopica.
La malattia storica è l’inevitabile condizione? Retrocedere in maniera ossessiva in Coagula è un segno di pietrificazione, del semplice ancorarsi all’ideologia; Jimi ci ricorda come anche il passato nasconda insidie, peccati, fiamme dissacrate dalle nostre stesse scie — caduche senza Vita.
Semiramis e Semiramide sono metafora di un’esistenza vissuta nell’Amore, ma da esso distrutta; la natura che mostra un volto benigno, nasconde un abisso che difficilmente percepiamo, prostrati in adorazione dinanzi all’estetica della bellezza.
In Mimonesis si compie l’accettazione, una vorticosa discesa nel nero che si attua con il silenzio della voce, della parola, del linguaggio verbale, che lascia spazio all’esaltazione dell’ultimo respiro prima della completa sopraffazione del sentimento disforico, contingente ma necessario.
In Mimonesis si compie l’accettazione, una vorticosa discesa nel nero che si attua con il silenzio della voce, della parola, del linguaggio verbale, che lascia spazio all’esaltazione dell’ultimo respiro prima della completa sopraffazione del sentimento disforico, contingente ma necessario.
BIO
E’ molto probabile che Semiramide mentre conquistava uomini e terre avesse già in mente le sonorità del tritono; di un potenza devastante Luminose ed Oscure allo stesso tempo. Il Signore della Luce è colui che ha le chiavi della simultaneità di bagliore e oscurità, i Tritonica nascono per la loro devozione al tritono e al Signore della Luce Al- Ghazzali.” Bolscevica e Stakanovista band nata nel 2016 a Roma. Una comune passione di tre studenti universitari per la sfera musicale sludge/grunge, stoner e progressive rock/metal. La scelta del nome “Tritonica“, richiama quella che in musica viene definita la “quarta aumentata o quinta diminuita”, o comunemente come accordo composto da due note qualsiasi distanti tre toni. L’esperienza del Tritono, inevitabilmente, porta il gruppo a sperimentare il campo prog/grunge, fondendo influenze musicali di gruppi come Tool, Opeth, Alice in Chains, Kyuss e dando vita ad un progetto pregno di atmosfere cupe e disagianti, decisamente “lovecraftiane”. Composto da Nicola Di Lisa (batteria), Andrea El Khaloufi (chitarra) e Alfredo Rossi (basso), tutti e tre cantanti, attraverso cori che riecheggiano il Medioevo più boschivo e selvaggio, la band muove i suoi primi passi tra i locali di musica live di Roma, muovendosi nella sfera underground della capitale e non, con una piccola esperienza live a Giulianova come gruppo spalla dei Marlene Kuntz. Nel gennaio del 2017 viene pubblicato il primo Ep “Tritonica“, contraddistinto da una sonorità più morbida e da un’ecletticità di generi più accentuata.
Nel settembre dello stesso anno, danno il via allo sviluppo di “Disforia“, Lp in uscita il 9 ottobre 2018 e pronto per essere condiviso ai discepoli della “Luce”.
Nel settembre dello stesso anno, danno il via allo sviluppo di “Disforia“, Lp in uscita il 9 ottobre 2018 e pronto per essere condiviso ai discepoli della “Luce”.
“La mezzaluna fertile è vicina, al tramonto dell’inverno ogni donna avrà il suo scettro, ogni luce il suo spettro”.
CREDITS
Le musiche, i testi e gli arrangiamenti sono dei Tritonica.
CONTATTI
tritonica3@gmail.com
Facebook: www.facebook.com/TriTonica3/
Nunzia Tamburrano