Il cantautore milanese descrive un mondo osservato in soggettiva attraverso un brano pop-rock prodotto da Ettore Diliberto e suonato con la collaborazione di Ricky Portera, fondatore degli Stadio e chitarrista di Lucio Dalla.
“Il mondo che trema” nasce da una serie di riflessioni sul nostro modo di vivere “moderno” e soprattutto dalla contraddizione che emerge dall’utilizzo, spesso improprio, delle nuove tecnologie: «Potendo ormai controllare tutto e tutti, siamo a nostra volta costantemente controllati, osservati, spiati e quindi, anziché aumentare il senso di sicurezza, si finisce per alimentare il senso di precarietà, la paura del tradimento e delle falsità, sentimenti che poi di notte vengono sempre più amplificati». Roby Cantafio
Il testo infatti, a partire dal titolo stesso, utilizza il verbo tremare proprio per la sua duplice chiave interpretativa: paura e instabilità.
Emerge però al tempo stesso il bisogno di vita vera, vissuta con coraggio pur nel susseguirsi della quotidianità: «Il controllo a cui siamo sottoposti ci spinge spesso a vivere in modo diverso da quello che vorremmo, come se l’omologazione ci facesse da scudo alla paura, mentre ci rende solo più schiavi. La notte poi è sempre il momento più critico della giornata: ci ritroviamo da soli con noi stessi, le nostre fragilità e debolezze ed è proprio lì che ci sentiamo più facilmente vacillare o, appunto, tremare. La notte è il momento in cui i sogni possono tramutarsi in guai». Roby Cantafio
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