Siamo i Nerofilmico, nella vita reale Marco Caudai, Danilo Bernini e Flavio Caudai (rispettivamente chitarra e voce, batteria, basso e seconda voce) veniamo da Roma e dagli anni 90 ci definiscono power trio ma la nostra è semplicemente esplosione rock di nevrosi lacrime e sorrisi…
Il nome prende spunto dalla cinematografia, dove il termine “nero filmico” indica il momento di suspense in cui una scena al culmine dell’adrenalina viene interrotta dal nero sullo schermo. Ci siamo formati nel lontano 2005 grazie ad una forte amicizia ed alla condivisione di passioni ed attitudini musicali comuni. L’idea nasce tra cantine e garages di provincia; riscontrando una forte affinità di intenti, subito arrangiamo un repertorio di brani originali che finiranno sul nostro primo Demo, interamente autoprodotto e rigorosamente lo-fi.
Dopo diversi avvicendamenti di bassisti, che hanno ritardato non poco l’evoluzione dell’intero progetto, arriviamo all’attuale line-up, con la quale raggiungiamo una vera identità di gruppo. Raffiniamo il sound, rinnoviamo le idee e riprendiamo più decisi che mai il nostro percorso. Nel 2012 esce il nostro primo EP, autoprodotto e distribuito in via indipendente.
Il 2018 è l’anno del nostro primo mini-album La luce che verrà, opera attraversata da una denuncia a livello sociale e politico, ed in linea con il concetto di autoproduzione portato avanti da sempre, stavolta adottato non per l’intero lavoro, ma per la gran parte.
Cos’è Nerofilmico? maltrattare palchi, farne scaturire l’alchimia che in fondo ce ne rende dipendenti e vivere al limite l’esperienza di musicisti: essenzialmente, Nerofilmico!
I nostri brani sono disponibili in streaming digitale su diversi canali, di seguito i link dove poterli ascoltare:
- NEROFILMICO su Spotify
- NEROFILMICO su Soundcloud
- NEROFILMICO su Bandcamp
La luce che verrà è il nostro mini-album di 4 tracce che vede la luce nel 2018. E’ per la quasi sua totalità autoprodotto, grazie al supporto di amici che hanno deciso di contribuire con la loro professionalità alla realizzazione di quest’opera. Opera depositata con copyright Copyzero e distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione-NonCommerciale-CondividiAlloStessoModo 4.0 Internazionale (CC BY- NC-SA 4.0).
L’opera è “figlia del momento storico che viviamo” e attraversata da una denuncia a livello sociale e politico che tocca tutti i brani che la compongono: Imperi Infranti è un brano che definiremmo dal sapore apocalittico, parla della condizione di sottomissione subdola a cui sono stati e sono sottoposti i popoli di paesi in via di sviluppo, degli antichi splendori di civiltà che sono state cancellate, oltre che delle conseguenze che la società moderna pagherà. Nuove Considerazioni è la storia di un amore d’altri tempi tra due anime rivoluzionarie che ripudiano l’epoca storica in cui vivono ma trovano nel loro amore la condivisione di un’ideologia: la rivoluzione dal basso, boicottare i mezzi di comunicazione di massa e l’attuale sistema politico. Mesta metà è la denuncia del matrimonio, inteso come status sociale che troppe persone ricercano solo come rifugio sicuro al riparo dalla diversità; ma racconta anche la presa di coscienza ed il pentimento di una donna che riesce a comprenderlo in ritardo.
Gli anni delle forti ideologie è un invito a ritrovare la volontà e l’ideologia di un tempo che facevano scendere nelle strade per manifestare i propri diritti. Diritti che oggi crediamo di poter esercitare attraverso i social network, ma che ci vengono negati in maniera strumentale.
Facciamo musica, cantiamo in italiano ed ascoltiamo un po’ di tutto; questa è la base portante del nostro essere. Sfioriamo il rock anni ’70-’80, per poi affidare l’intera adolescenza al grunge di Seattle degli anni ’90, passando per il punk britannico e d’oltreoceano ed il pop-punk di stampo californiano; il tutto condito con la tradizione cantautoriale nostrana ed il rock della scena alternativa italiana (Verdena, Shandon, Forty Winks, Jersey Line, Medusa, Ministri, per fare qualche nome).
L’ingrediente noir ci arriva da Cure, Smiths, Depeche Mode, Jeff Buckley, mentre tra le grandi band che più ci appassionano nella scena rock internazionale contemporanea, ci sono sicuramente Foo Fighters, Queens of the Stone Age, Placebo, Radiohead. In questo mosaico di ascolti non ci piace, né sapremmo definire delle vere e proprie “influenze”.Marco è l’autore dei testi; nella composizione ci piace la ricerca della melodia, cerchiamo di tenerci a debita distanza da ciò che risulti “di difficile ascolto”.
Poniamo sia l’aspetto vocale che quello strumentale sullo stesso piano di importanza; una chitarra distorta, una batteria presente, piuttosto che un basso prominente, per noi possono coesistere con una linea vocale melodica, per ottenere un risultato aggressivo e delicato al tempo stesso. E’ un po’ il sunto del nostro sound.
Evitiamo tecnicismi estremi e fini a sé stessi che possano distrarre e far perdere di vista la “forma canzone”, dunque siamo possibilmente essenziali e diretti, senza mancare però di inserire assoli anche molto esplosivi nei momenti catartici di alcuni brani. La strumentazione è ridotta al minimo, caratteristica che ci conferisce una dimensione decisamente lo-fi dal vivo; in studio invece preferiamo arrangiare i brani in modo molto più ricco e minuzioso, utilizzando anche parti orchestrate, piuttosto che organi e synth.
Siamo dell’idea che la musica sia una forma d’arte universale, crediamo che la coerenza concettuale risieda proprio nel dare piena libertà al flusso creativo evitando di porsi barriere di natura politica, sociale, morale o di altro tipo.