Otello Profazio e Peppe Voltarelli per la prima volta insieme,il 27 aprile al Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
I due cantautori, pur appartenenti a generazioni diverse, ma accomunati dall ’amore per la loro terra di origine, la Calabria, dalle tradizioni musicali e dialettali del Sud, e dalla sottile satira che traspare dai loro brani che toccano anche temi di natura sociale e attuale, hanno dato vita ad un applauditissimo live d’autore che ha confermato tutte le attese della vigilia.
Ha aperto la serata Peppe Voltarelli, cantante, autore, attore, definito dalla critica “…tra i migliori crooner di casa nostra, appassionato e tellurico bluesman della Sibaritide”, “…dalla voce potentemente espressiva “. Vincitore della “Targa Tenco” 2016 con l’album dedicato proprio a Otello Profazio “ Voltarelli canta Profazio” ”edito da Squilibri Editore, il cantautore ha magistralmente eseguito con la sua personale interpretazione i brani del maestro calabrese e tra questi i celeberrimi “La leggenda di Colapesce”, “Mafia e parrini” e “Qui si campa d’aria”, brano del 1974 , malinconica e satirica riflessione sui mali del sud, disco d’oro per un milione di copie vendute che , come ha affermato Voltarelli prima di eseguirla “……ha la tremenda maledizione di essere ancora attuale , malgrado siano passati piu di 40 anni “.
Quando “La leggenda del folk italiano”, L’ultimo dei cantastorie, Otello Profazio è salito sul palco, il pubblico è rimasto incantato dalla sua voglia di palcoscenico, dalla sua vitalità, simpatia, vis comica e ironia: accompagnato dal bravissimo chitarrista Saverio Viglianisi il maestro tra un brano e l’altro ha deliziato la platea con battute, ricordi, aneddoti e riflessioni. Ha ricordato con affetto il suo periodo milanese ed i suoi contatti coi piu grandi cantautori italiani, Gaber, Lauzi, Iannacci, De Andre’, e ha iniziato il suo live, creando una splendida atmosfera con la sua calda voce e con il sound della sua chitarra accarezzata delicatamente, eseguendo uno dei brani del suo ultimo album “La Storia”, intitolato “La Ballata consolatoria del popolo rosso”, dedicata agli uomini che credono fermamente in un ideale: poi via via altri famosissimi brani tra cui “Ciucciu beddu di stu cori” ovvero “ Lamento del contadino per la morte dell’asino “ – plagiata dal comico americano Danny Kaye (che la trasformò in una canzone d’amore per una donna!)- “La democrazia “, satira sui partiti politici italiani e “Amuri amuri” dal film “L’amante di Gramigna“ che secondo il maestro contiene la piu bella strofa d’amore del sud; duetto finale dei due bravissimi artisti che hanno eseguito, tra gli applausi del pubblico i brani di Otello Profazio.
Si ringraziano:
L’Auditorium Parco Della Musica
Squilibri Editore e Domenico Ferraro
Francesca Vitalini dell’Ufficio Stampa di Squilibri Editore
Giuseppe Martino
Le foto sono di Fabio Spagnoletto