Intervista a Gabriele Finotti, chitarra autore e tra i fondatori della band Misfatto
I Misfatto sono una band che è nata nel 1987. Dal punk-rock degli esordi all’hard rock dei dischi successivi
fino ad arrivare al Trip Rock degli ultimi anni fino ad oggi che è uscito il nuovo disco.
Potete presentarvi ai nostri lettori?
In sintesi è veramente difficile, anche perché parlo di 4 decadi. Fine anni 80 minorenni allo sbando. Anni 90 i demo tape musicassetta, tra cui il primo “Il peso dell’innocenza” e tanto punk rock in italiano raffinato e a suonare nei vari centri sociali e locali del nord Italia. Nel 1997 il primo album ufficiale fino ad arrivare ad oggi con la formazione ringiovanita ed il sottoscritto un po’ invecchiato. La musica di ogni album dal 1997 ad ora si evolve e basta scrivere Misfatto su Spotify e indagare su questa misteriosa e trentennale band italica.
Nel corso della vostra carriera avete avuto modo di collaborare con tanti artisti, da Ruggeri a Zibba, ai Nomadi, ai Dik Dik, tutti diversi tra loro sia come esperienza che come genere musicale. Fa parte del vostro DNA la contaminazione musicale e culturale?
A parte Ruggeri che ha contribuito con la sua unica voce ad un brano sono stati quasi tutti incontri da festival e concerti. Aperture e live che ci hanno permesso di metterci in mostra, per quello che può essere di utilità. Sicuramente abbiamo conosciuto vari artisti e negli ultimi anni anche le aperture e la conoscenza di Morgan e Cristina Scabbia (Lacuna Coil) sono state veramente uniche. Bastasse questo per diventare più conosciuti ormai saremmo già famosi.
Contaminazione presente anche nel singolo “OSSESSIONE BAUDELAIRE” con Dargen D’Amico che conferma la vostra continua evoluzione in termini di suono (Rock e Hip Hop) e che è tratto dal vostro ultimo lavoro “L’uomo dalle 12 dita”. Potete parlarci di questa collaborazione?
Con Dargen D’Amico è stata, ed è, una collaborazione veramente fantastica. Ci siamo conosciuti tramite Enrico Mutti di Spaceship Management, amico storico dei Misfatto che ha contribuito a rendere “L’uomo dalle 12 dita” un album ad alti livelli. Con Dargen è riuscito tutto in mondo naturale. Il brano all’inizio aveva un mio recitato di parole nelle strofe che erano la mia traduzione personalizzata di Ossessione di C. Baudelaire presente su Les fleurs du Mal, capolavoro poetico dell’800. Non sapevo ancora cosa avrebbe fatto Dargen, poiché è stata la prima collaborazione dei Misfatto con un rapper (anche se negli anni 80 Aerosmith e RUN DMC avevano già capito tutto). Arrivò in studio e rivoluzionò elegantemente il tutto con un testo da brividi…Lo corressi solo in un punto e lo rese ancora più bello. Il ritornello è rimasto quello originale e la canzone si chiama sempre Ossessione Baudelaire, anche se di Baudelaire rimane solo la parola Ossessione, che è però la sua parola per eccellenza… Sono contento di questo connubio fra rock e rap perché in Italia sono 2 mondi che si incrociano veramente poche volte…
A livello compositivo come nascono i brani dei MISFATTO?
È importante per la vostra ispirazione il fatto di essere nati in un piccolo paese di provincia (Gragnano Trebbianese – PC)?
I testi nascono dal sottoscritto e in un certo senso sono un po’ onirici e agresti. In un certo senso il maggiore contatto con la natura ha sicuramente influito sulla creatività…
Ho letto che l’album è ispirato al futuro libro che Gabriele Finotti (chitarrista e fondatore dei Misfatto) pubblicherà a breve. I testi dei singoli brani sono degli estratti dalle storie che saranno contenute nel libro?
Una peculiarità del progetto Misfatto è che si interseca con la scrittura del sottoscritto. Caosduemila (2008) dove partecipò Enrico Ruggeri, è un libro e cd musicale. La chiesa senza tetto (2013), mio secondo libro, ha visto uscire prima lo stesso e poi 2 album Misfatto letteralmente collegati ad esso, “Heleonor Rosencrutz” e “ Rosencrutz is dead”. Ora esce prima l’album musicale “L’uomo dalle 12 dita” e poi il libro con le sue 96 poesie e sequel di Caosduemila. Le mie sono poesie libere e non legate a schemi classici, sono testi con una brevissima storia vissuta o da vivere.
Esiste un filo conduttore anche musicale all’interno di “L’uomo dalle 12 dita”?
Un filo conduttore sono le diversità fisiche e di pensiero. Un filo conduttore è la continua evoluzione verso un mondo tanti piccoli universi mentali che si credono tutti diversi e cercano di vestire tutti uguali. Il mondo è una torre di Babele destinata a crollare ogni tanto… questo è un periodo di caduta…
Da cosa deriva il nome del gruppo?
Ormai non me lo ricordo più…(risata)
Come è nata la passione per la musica? I dischi che vi hanno spinto a creare un band?
Per quel che riguarda il sottoscritto tutto è nato fin da piccolo. Il rock, la melodia, le compagnie punk e i primi palchi, un’emozione unica. Parlo di fine anni 80… Fra i dischi storici che mi hanno inculcato il mito il primo dei Ramones, Machine Head dei Deep Purple e Born to run Bruce Springsteen. Degli italiani 17 Re dei Litfiba, e non a casa nel disco L’uomo dalle 12 dita c’è la cover di Apapaia.
Avremo modo di vedervi in azione anche dal vivo? È previsto un tour a supporto del nuovo album?
Tour in evoluzione giorno dopo giorno. Abbiamo gia fatto Piacenza e Bergamo. Faremo poi Acqui terme, Torino, Milano, ancora Piacenza e altro ancora, sia in formazione completa che unplugged.
Come è cambiato secondo la vostra esperienza il modo di approcciarsi alla musica dal 1987 ad oggi?
Pro e contro se ci sono…
Intanto il rock non è più la musica principale di aggregazione e protesta in Italia, ma lo è diventato il rap. Anche per questo motivo abbiamo voluto collaborare con una realtà diversa e a parer mio ha funzionato, senza forzare troppo questo insieme.
I vostri contatti?
facebook https://www.facebook.com/misfattoband/
sito ufficiale www.misfatto.it
sito etichetta Orzorock Music www.orzorockmusic.it
Giuseppe Bellobuono