Press release
Neanche un anno dall’uscita di Taedium Vitae e Federico Sanna, in arte Unalei, ritorna con un nuovo singolo che lascerà stupiti i più affezionati alle sue precedenti sonorità. “Alba” è il primo brano in assoluto che Sanna abbozzò nel 2008. Passo importante per Unalei che allarga gli orizzonti, scrivendo per la prima volta un testo in inglese, una poesia ben strutturata, elaborato a priori e procedendo solo poi, alla sua descrizione in musica. Niente distorsori, urla o doppia cassa. La componente metal/gotica, ormai, potrebbe trasparire solamente dal sentimento e l’atmosfera. Caratteristiche fondamentali, in caso di un futuro, ulteriore full-lenght.
Il brano, è stato mixato da Alfonso Corace a Roma, già ingegnere del suono e guest su “Taedium Vitae”, membro di Airlines of Terror e Lunarsea, compositore/arrangiatore per il recente film “La Ragazza dei miei sogni” di Saverio Di Biagio e, nota importante, masterizzato da Mika Jussila ai Finnvox Studios (Nightwish, Stratovarius, Angra, Deep Purple), in Finlandia a seguito di una masterclass di mastering organizzata da Giuseppe Orlando a Roma.
Sanna commenta su “Alba”: una paura banale, che rende quanto più umani possibile. La paura della morte, o meglio, dell’invecchiamento. Un’eterna causa persa. Ne soffro da quando presi coscienza del tempo che scorre, molto presto. Ma spaventa di più la propria morte o quella dei cari? “Alba” va immaginata come due amanti giovani, che fanno tesoro di ogni momento trascorso insieme di fronte a un fuoco, mentre fuori infuria la tormenta e si dedicano questi versi. Una disperata preghiera al Tempo, affinché risparmi l’altro, alla sua mietitura. Insieme si convincono, che domani sia ancora oggi e nulla potrà mai cambiare. Tuttavia, “Alba” non vuol essere l’ennesimo sfogo di decadenza o malinconia. E’ un abbraccio che ci preserva dalla paura, un prato verde che ci culla con una brezza calda. Trovate la vostra via di rinchiudere e sottomettere la paura, “Alba” è la mia.
Di seguito il testo di “ALBA”:
My beloved indeed shall face the eternal winter peace
even if after the loop there’s always a prime.
All that time cumulates it’s a horrible crime
perpetually felt gazing at this fireplace,
gazing at her so white, in dim light, so sublime.
Run together through this infinite plain,
barefooted, hand in hand…
She radiates me like the dawn.
Her figure so white, so sublime,
in front of this fireplace embraces me entire.
I beg you, please, free her from grow old:
more than her melted in the grave
my heart would grieve in cold!
On my back her nails I will implant,
hidden and to no one ever told,
a badge in adamant.
Youthful, small geode
Keep me safe inside of you.
Hush now, quartz geode,
I sprung up when I you knew.
www.facebook.com/UnaleiOfficial
La Redazione