L’ultima volta che Axl Rose e Slash si sono presentati insieme sullo stesso palco in Italia era la fine di giugno del 1993, per uno storico doppio concerto allo stadio di Modena che portó alla corte dei Guns n Roses 50mila fan da tutta la penisola. 24 anni e molti chili dopo (il tempo e gli abusi non sono stati clementi né con il cantante né con il chitarrista della celeberrima band losangelina), l’ultimo grande duo del rock n’ roll torna a farsi vivo da queste parti, e, quasi fosse un caso, per l’unica data italiana del ”Not once in a lifetime tour”, scelgono l’autodromo di Imola, giusto pochi chilometri da dove si esibirono nel fiore degli anni. Ma se sotto rayban, cilindri borchiati e catenoni le silhouette non sono piú quelle di una volta, un dato è certo: the magic’s still here, direbbero i bluesmen del Mississippi.
Di fronte a un autodromo che quasi scoppia (90mila spettatori, tutto esaurito da mesi, misure di sicurezza imponenti con metal detector, 4 varchi di controllo degli accessi e forze dell’ordine presenti in quantità, per la prima grande prova sicurezza dei megashow estivi in Italia), i Guns sparano a pallettoni con una carica inaspettata quasi metà della loro intera discografia, senza cedimenti, mantenendo intatta la violenza sonora e lo sfrontato gigionismo che li impose istantaneamente come super rockstar alla fine degli anni ’80.
Benché gonfio come un tricheco, Axl ulula e graffia strappando note da vette ormai inaccessibili a molti colleghi della sua età; Slash dal canto suo estrae ruvidi diamanti di solismo alla Keith Richards uno dietro l’altro, incantando e gasando la folla, esattamente come un tempo. Insieme a loro sul palco i compagni della gioventù perduta (e bruciata) Duff Mac Kagan (basso) e Dizzy Reed (tastiere).
Tre ore senza sosta, con dentro praticamente tutto il loro primo album (”Appetite for destruction”: ”It’s so Easy”, ”Welcome to the jungle”, ”Sweet child o mine”, ”My michelle”, ”Paradise city” solo per citare i classici) e le maggiori hit del monumentale doppio album del ’91 ”Use your illusion”: tra tutte, ”November Rain”, con Axl al piano, la commovente ”Estranged”, ”Don’t Cry”, ”Civil War”, ”Yesterdays”, ”You could be mine”, i 10 minuti di ”Coma”.
E poi, tipicamente nel loro stile eccessivo, i Guns si permettono pure di gigioneggiare con una raffica di cover da lasciare senza fiato: la punkettona ”Attitude” dei Misfits, ”The seeker” degli Who, ”Wish you were here” dei Pink Floyd e il tema de ”Il padrino” nello strepitoso intaglio strumentale di Slash. Monumentale (ma rispettoso) l’omaggio a Chris Cornell, singer dei grunge heroes Soundgarden scomparso da pochi giorni, che ruba lacrime applausi e cori scorticagola alle novantamila ‘pistole’ raccolte nell’autodromo. (Ansa)
La Redazione