“L’anno della luce” è il nuovo album di LUSTRO, uscito per Gne Records e disponibile su iTunes,Spotify e tutte le maggiori piattaforme digitali, mentre la copia fisica è acquistabile qui. Il progetto grafico dell’album è stato affidato a Corrado “Mecna” Grilli.
“Cerco” è il primo singolo estratto dal album.
“Cerco”
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Conosciamo meglio LUSTRO attraverso l’intervista che EXHIMUSIC ha realizzato con l’artista.
Ciao LUSTRO ci puoi raccontare come è iniziata la passione per la cultura Hip Hop e la musica associata a questo fenomeno culturale di massa?
Ciao a tutti, l’amore per la cultura hiphop è nato quando ero alle medie, nella mia classe eravamo in tanti b-boy, c’erano breaker, writer e un dj, Dust, il mio migliore amico. All’inizio ho provato tutte le discipline, il primo approccio è stato al disegno, al writing, poi per alcuni mesi ho provato a fare breakdance, ma mi sono fatto male ovunque. In seguito in primo superiore ho conosciuto Mecna e ho iniziato con lui a fare rap. Scrivevo poesie da quando ero bambino quindi è stato abbastanza naturale come approccio. Inoltre avendo studiato pianoforte ho iniziato a produrre i primi beat. E’ stato un periodo bellissimo. Eravamo in pochi b-boy e ci riconoscevamo in base all’abbigliamento.
È uscito da poco il tuo lavoro “L’anno delle luce”. Puoi parlarci di come è nato?
E’ nato da un lavoro di tre anni che finalmente mi ha portato a realizzare qualcosa di ufficiale che volevo tirar fuori da tempo. Ho iniziato a creare le prime melodie al piano, poi rielaborate in seguito da Dj Dust e Grillo. Capito il suono che volevo ho dato indicazione agli altri producer (Fid Mella, K9, Donuts, ecc..) per avere un filo conduttore unico. Inoltre mentre lavoravo al disco ho prodotto e fatto uscire 3 ep dai suoni sperimentali della serie “The Experiment” scaricabili gratuitamente su www.lustromusic.com
Da qualche anno l’Hip Hop ha raggiunto altissimi livelli di visibilità e di diffusione anche in ITALIA. Quali sono i rapporti che hai con gli altri artisti di questa scena. Esiste una scena?
Si finalmente anche in Italia l’hiphop ha la visibilità che merita, con tutte le conseguenze buone e meno buone che ciò comporta. Una scena esiste ed è molto frammentata, soprattutto le diverse discipline ormai hanno vita propria, le classiche jam di una volta non esistono quasi più. La scena rap è cresciuta tantissimo, ed è strettamente legata alle etichette indipendenti. Personalmente sono in buoni rapporti di amicizia con tutti i ragazzi di Macro Beats e Unlimited Stuggle.
Credi che i tuoi brani e le parole che dici rappresentino un modo nuovo e/o diverso di fare comunicazione e in un certo senso di scuotere le coscienze di quelli che ti ascoltano?
Non mi arrogherei mai questa capacità, cerco di scrivere e comunicare a modo mio, sia come sfogo e bisogno personale, sia per arrivare al cuore delle persone.
Sicuramente nei miei testi ci sono anche dei concetti di coaching per spronare chi mi ascolta a fare qualcosa di positivo.
Quali sono i tuoi eroi del passato? Che dischi hai ascoltato e che ti sarebbe piaciuto realizzare? Chi ti ha fatto dire: voglio essere un musicista, un rapper piuttosto che un avvocato ad esempio…
All’inizio ci scambiavamo le cassettine con i brani più forti, le ho consumate. Poi con l’arrivo dei cd ho ascoltato tantissimi album, quando usciva un disco rap nuovo in italia dovevo averlo. Sono stato il principale azionista di vibrarecords (ride). In generale non mi piace fare nomi, perché sembra di dover dimostrare qualcosa e poi nonostante le lunghe liste si finisce sempre per dimenticare qualcuno che ha contato tanto. Quando ascoltavo un disco, sopratutto da oltre oceano, cercavo di capire come potevo portare nel mio modo di fare musica quello che mi era piaciuto.
“L’anno della luce”, il tuo album, cosa rappresenta per te? Quali sono le tue paure e le tue speranze?
E’ difficile spiegare cosa rappresenta un disco intero, non è solo un tentativo di dire al mondo che ci sei o che spacchi, è anche un diario personale dove sfoghi tutte quelle emozioni accumulate che hanno bisogno di essere esternate, un modo per superare dei momenti pesanti. Sicuramente scrivere aiuta a esorcizzare le proprie paure ma anche a riporre in un progetto le proprie speranze, quantomeno di arrivare sempre a più persone.
Qualcuno ha detto: “senza la musica la vita sarebbe un errore”. Ci racconti in breve una giornata tipo di Lustro? In che cosa è diverso il tuo modo di vivere e di essere rispetto ad un tuo coetaneo?
Mi sento fortunato perché non ho orari d’uffcio, questo perché il mio lavoro da libero professionista mi permette di decidere quando lavorare e quando no, non ho capi, ma allo stesso tempo non ho uno stipendio fisso, quindi si vive sempre un’pò nell’insicurezza.
Ma per ora va bene così, questo mi permette di fare musica quando voglio.
Dallo scrivere al registrare è un grosso vantaggio, se mi devo chiudere in studio intere giornate non devo chiedere il permesso a nessuno.
La tecnologia e i social hanno cambiato pesantemente il modo di vivere e consumare la musica oggi? Sei uno smanettone tecnologico oppure vai in giro ancora con vecchi vinili e registratori a cassetta?
Sono un amante del vintage, dai vinili alle cassettine, conservo tutto, ma ovviamente usufruisco al massimo di tutte le nuove tecnologie, non è permesso rimanere indietro, altrimenti sei davvero fuori dal mondo, che se non vuoi fare musica va anche bene in realtà, ma io non posso permettermelo.
Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per la tua musica.
INFO: Web: https://www.facebook.com/lustro11
Giuseppe Bellobuono