Il mio nome per intero è Francesco detto “Cenzino” Zappa II (secondo) – secondo perchè avendo lo stesso nome di mio padre, sapete a Napoli c’è questa tradizione di perpetuare la stirpe….. e si crea confusione a volte – sono nato il 21 dicembre del 1940, al quartiere Sanità, nel cuore di Napoli. Sono alto un metro e ottanta e peso sessantuno chili. Capelli neri, occhi castano scuro, gengive rosa shocking. Ho una sorella che si chiama Carmilina e due fratelli, Carlo e Bobby (a mio padre piaceva Bobby Solo, lo ricordate?). Tutti vivi.
Abito in mezzo alla Sanità, tra macchine parcheggiate sul marciapiede e bassi che sembrano delle suite a dispetto dell’aspetto esteriore. Qui c’è un grande movimento, in tutti i sensi, mi diverto parecchio. Mi piace andare in giro in tuta, di quelle che non devi nemmeno stirare e la ragazza dei miei sogni deve essere bella, deve saper guidare il motorino, conoscere a memoria tutte le canzoni di Rosario Miraggio e cucinare il ragù della domenica (quello che si comincia a mettere sul fuoco alle 06 del mattino) alla perfezione. Dimenticavo, deve saper ballare, l’importante è che non abbia i capelli come Nino D’Angelo. La mia attrice preferita è Sophia Loren e il mio attore preferito è Totò, mentre i film che più amo sono Miseria e Nobiltà, Napoli Milionaria, Ricomincio da tre e Non ci resta che piangere.
Io non sono mai solo, in casa mia ci sono, tra parenti, cugini e nipoti, più di trenta persone che si occupano di me. Cambiano ogni settimana, così non mi annoio. Comunque quando mi capita di stare da solo, ballo, canto e suono la chitarra, a volte anche contemporaneamente. Forse un giorno diventerò ricco…o forse no. Mi dicono che ho molta immaginazione e uno dei miei desideri è quello di trasformare via Caracciolo in un parco giochi. Se dovessi descrivere la mia personalità dire: abbastanza cacacazzi…( della serie uno che difficilmente si fa passare qualcosa sotto il naso….)
Da quando ho cominciato a pubblicare le mie canzoni a volte mi capita di uscire con qualche mia ammiratrice. Certo al momento piaccio solamente a loro. I miei più cari amici sono….quelli che sono ancora vivi, comunque non frequento molta gente; passo il mio tempo con il mio cane che si chiama PoPo e lo porto sempre al bosco di Capodimonte a correre.
I colori che preferisco sono verde mela, giallo sole e azzurro come la squadra del Napoli; la cosa che mi piace di più mangiare è la pizza margherita – quella con doppia mozzarella da Michele è insuperabile – e in fatto di musica posso dirvi che anni fa prima che il rock n roll arrivasse anche qui a Napoli, mi piacevano Sergio Bruni e Renato Carosone. Crescendo, ho cambiato gusti e ora mi piacciono solo i neomelodici.
La mia emozione più grande è stata quando un dirigente della ZEUS Records nel suo ufficio ai Quartieri spagnoli mi ha detto che il mio gruppo: Le mamme dell’invenzione, non avevano un grande potenziale commerciale e mi ha suggerito di cambiarne il nome con qualcosa di più semplice del tipo: Le Mamme, breve e diretto.
Se un giorno dovessi sposarmi, di sicuro andrei dal Boss delle Cerimonie, quello con le catene d’oro e le fontane di vero finto marmo, ovviamente durante la cerimonia ci dovrebbe essere musica dal vivo e mi piacerebbe poter suonare la chitarra insieme con il gruppo di Luciano Caldore (quello del video girato al Centro Direzionale, qualche anno fa e che venne assalito dai fan al Corso Secondigliano mentre usciva dal barbiere “Da Giovanni, dacci un taglio”).
Di solito non scrivo così tanto. La scuola mi piaceva molto più di quanto io piacessi a lei. Continuavano ad espellermi e a chiamare mio padre che ovviamente non andava mai dai professori perchè giocava a carte nel bar vicino casa. Poi dopo tanti anni sono riuscito a finire il liceo e un mio amico voleva introdurmi nel mondo immobiliare, ma dopo un paio di tentativi finiti male – volevo far acquistare ad un riccone americano il castel dell’Ovo che lo avrebbe chiamato 200Motels – ho rinunciato e mi sono buttato nel mondo della musica. Qui suonano tutti. E sono anche molto bravi. Ho provato a fare un paio di dischi in dialetto napoletano ma sembrava una cosa del tipo NCCP meets PRIMUS e non rendeva molto bene il concetto che volevo esprimere. Non mi convinceva! Quindi alla fine ho preferito registrare i dischi nello scantinato della mia casa e venderli sulla bancarella al mercato dietro la statua di Garibaldi.
Uno dei più venduti è ZOCCOLE ( a Napoll i topi si chiamano zoccole) CALDE – non è il titolo di un film porno di second’ordine, tipo di quelli che danno al cinema Argo vicino alla stazione – ma è molto autobiografico ed è riferito ai topi che circondano la zona dove abito e dove PoPo impazzisce per stargli dietro quando lo porto in giro.
Con il ricavato delle copie vendute ho cambiato casa, adesso abito sulla Doganella con vista panoramica sul golfo, sul castello di san Martino e sul cimitero monumentale. Ho uno studio di registrazione più grande e mi sono sposato, a uno dei miei figli, tanto per non smentirmi, ho messo il nome di ZIZZIL (a Napoli zizzill è il diminutivo di zizza: tetta materna dove il neonato prende il latte nei primi mesi), suona anche lui la chitarra, bene, credo come il padre, e ha già registrato 2 dischi.
Ma questa è un’altra storia………vado a caricare la macchina che devo andare a suonare al matrimonio di un mio amico sul Vesuvio.
Giuseppe Bellobuono