Marco Selvaggio, artista catanese, percussionista e uno dei pochissimi in Italia a suonare dal vivo l’HANG (strumento idiofono svizzero molto raro e inventato recentemente) sulla musica house ed elettronica e a sposare le melodie dell’hang anche con la musica lirica e il pop, pubblicherà il primo album l’1 dicembre. Il progetto è davvero innovativo: è un disco che ha come strumento cardine l’HANG, con musiche e testi scritti da Marco Selvaggio (musicista); a cantare invece sono artisti nazionali e internazionali (Daniel Martin Moore, Dan Davidson dei Tupelo Honey, Haydn Cox, Anne Ducros, Sidsel Ben Semmane e Hazel Tratt e The Niro).
Il singolo che anticipa l’album è The Eternal Dreamer”, cantato dallo statunitense Daniel Martin Moore e del quale potete vedere il video del brano al link: http://youtu.be/aR9w2hX1E6k
The Eternal Dreamer” sarà anche il titolo dell’album (missato e arrangiato da Toni Carbone) prodotto dalla Waterbirds Records di Nica Midulla Le Pira che insieme alla figlia, Simona Virlinzi, sta portando avanti il lavoro musicale iniziato dal figlio FRANCESCO VIRLINZI (produttore di Carmen Consoli e molti altri importanti artisti italiani).
Di seguito l’intervista a Marco Selvaggio:
Prima di tutto, complimenti per la scelta coraggiosa di suonare uno strumento atipico e particolarissimo come l’HANG.
Quali sono le sue origini? E’ difficile suonarlo?
Grazie mille per i complimenti! L’hang è uno strumento che proviene dalla Svizzera, esattamente da Berna! È uno strumento rarissimo perché fatto artigianalmente e per questo difficilissimo da avere! La passione per questo strumento è nata per serendipità! Il termine serendipità indica la fortuna di fare delle scoperte felici per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Io non cercavo l’hang, mi è semplicemente capitato davanti un suonatore dell’est d’Europa mentre cercavo un locale di Roma per Trastevere! Da lì è iniziata la sfrenata ricerca per lo strumento e l’amore folle per lo stesso che mi ha portato oggi a suonare e comporre tante musiche e canzoni e che al tempo stesso mi tiene incollato 4 ore al giorno, o meglio a notte, sullo stesso. È uno strumento incredibile che riesce ad evocare sensazioni mistiche. È quasi ipnotico ed è difficile separarsene. Non è semplice descriverlo, io dico sempre che se la magia è presente nella musica, per quanto mi riguarda, è dentro questo scrigno di metallo chiamato Hang. Suonarlo non è difficilissimo, ma dipende chiaramente dall’uso che se ne fa! Abbinato ad altri strumenti o canzoni è importante sapere che note prendere e c’è un grandissimo studio alla base.
Ci siamo quasi, il 1 dicembre esce il tuo disco. Puoi presentarcelo a parole tue?
The Eternal Dreamer affronta in maniera decisa il tema del sogno, della vita e dell’amore. Sono delle tematiche viste da diverse prospettive. Mi piacerebbe che il pubblico ascoltasse attentamente le mie canzoni e prestasse attenzione ad ogni parola presente all’interno del disco. I testi sono stati studiati accuratamente e mi ci son dedicato anima e corpo. Il messaggio più bello che possa arrivare è quello che nessuno deve mollare, mai. A volte basta credere che, nonostante tutte le difficoltà cui andiamo incontro, i sogni possano anche realizzarsi. In ogni caso anche quando un sogno o qualcosa per cui si lotta non si realizza, c’è comunque un cammino che conta più di ogni altra cosa. Bisogna sempre avere la forza di alzarsi e ricominciare. La vita, la musica in genere, vanno vissute pienamente e vanno condivise. The Eternal Dreamer, è un disco pop, ma non in senso stretto! È un pop molto leggero e sognante, delicato e forse un po’ di nicchia ma che riesce a coinvolgere e non stancare. Scorre che è un piacere.
“The Eternal Dreamer”, il video del singolo che anticipa l’album è veramente particolare e fuori da ogni logica commerciale del momento… (rap, hip hop, rock urlato o finto indie-alternative, pop commerciale)…. pensi che il pubblico sia pronto o disponibile all’ascolto di queste sonorità che presuppongono un rapporto non superficiale con la musica?
Proprio per tal motivo “The Eternal Dreamer” (video e canzone) si piazzano strategicamente in una collocazione per i veri amanti e ascoltatori della musica. Non è un brano strettamente commerciale ma è uno di quei brani di cui non ci si stanca. Non è un brano che è destinato a diventare una hit e vivere tre mesi di gloria per poi scomparire. È un brano curato nei dettagli, curatissimo nei suoni e nel testo. La grafica dell’album è stata curata attentamente da Valentina Indelicato. I dettagli di questo disco sono moltissimi e anche le metafore racchiuse in esso. Il video poi parla di sogni, passato, presente, futuro e amore. Tutto ciò sempre grazie a diverse metafore visive come i libri, lo specchio, i fili, la stanza e i due attori. Può essere interpretato in maniera diversa da ascoltatore ad ascoltatore e da spettatore a spettatore.
Come definiresti la tua musica: Elettronica, New Age, Chill-out, Dream Pop, Etnica, Folk? O altro?
Non amo particolarmente etichettare la mia musica. Ma se proprio devo, direi che è una musica fatta col cuore dove c’è dentro tutto me stesso e la mia anima. È un pop leggero e sognante al confine tra il folk e influenzato da un po’ di new age con un pizzico di retrogusto elettronico. Son molte le influenze musicali e artistiche che mi hanno mosso a scrivere i brani del disco così come le mie ispirazioni ed ogni brano potrebbe anche essere etichettato in maniera diversa.
Il fatto di essere un “isolano” e quindi circondato dal mare che con il suo rumore e silenzio e il suo carattere influenza l’umore di chi ci vive a stretto contatto condiziona il tuo modo di comporre?
Sicuramente si! Sono visceralmente legato alla mia Sicilia. Ho più volte avuto l’opportunità di andare a vivere fuori e son sempre tornato in patria. Il mare influenza costantemente le mie canzoni. Molte di queste sono state scritte proprio di fronte al mare, alle Eolie, ad Acitrezza e Acicastello o semplicemente da casa guardando il mare dalla mia mansarda. Specialmente in inverno. Il legame che lega un siciliano alla propria isola non è facilmente comprensibile da chi non vive in questa terra. È un rapporto vitale.
Mi spiego è più facile o naturale per te riuscire a tirare fuori l’ispirazione giusta per questo tipo di musica in quel posto oppure sarebbe stato lo stesso se tu avessi abitato a Londra o a New York o a Roma, ad esempio?
Credo che se fossi stato altrove non avrei scritto queste canzoni. La somma delle mie esperienze di vita e quindi del mio tempo trascorso al mare, in Sicilia, con i miei amici nei miei luoghi è il mio album. L’ispirazione è la mia vita. Fossi vissuto altrove avrei di certo avuto altre esperienze e sarei cresciuto diversamente.
Quali sono le tre cose più importanti della tua vita e alle quali non rinunceresti per nessuna ragione al mondo?
La mia vita è piena di “cose” importanti. Non amo fare una classifica. Amo la mia famiglia, i miei amici e la mia musica. Adoro comporre e stare al mare in inverno a bere del vino o semplicemente a parlare e trascorrere piacevoli ore seduto con qualche amico. Ci sono cose a cui non rinuncerei mai.
Musicalmente Catania e la Sicilia in generale è la patria di grandissimi artisti (vedi Battiato, Consoli ecc ecc). Quali sono le tue aspettative e come pensi di attirare l’attenzione nei tuoi confronti dal punto di vista musicale (concerti, tour promozionali, apparizioni, social network)?
Catania è da sempre stata una città musicalmente vivissima e tutt’oggi lo è ancora. La difficoltà sta nel trovare spazi e avere il giusto riconoscimento artistico da una popolazione (non solo quella catanese, ma quella italiana in genere) in forte crisi. Io non ho aspettative. Ho solo qualche sogno che mi piacerebbe realizzare. Il principale si è già tramutato in realtà con la realizzazione del disco. Ho da poco suonato live con ARISA al teatro Massimo Vincenzo Bellini della mia città e mi piacerebbe continuare ad avere collaborazioni artistiche e suonare in giro per il mondo. Ma chi vivrà vedrà! A me basta suonare!
Ho letto che scrivi musica e testi delle tue canzoni. Perché la scelta di affidare ad altri interpreti vocali l’interpretazione? Per un fatto puramente tecnico? (risulta complicato suonare l’HANG e cantare contemporaneamente?)
Scrivo musica e testi della mie canzoni (due musiche del disco tra l’altro son state scritte dal mio chitarrista nonché compositore Giuliano Fondacaro) e le faccio cantare ad altri semplicemente perché non sono in grado di cantare. Mi sarebbe piaciuto moltissimo cantare, ma son stonato come nessuno mai. Tra l’altro essendo canzoni scritte in lingua inglese e francese ho preferito affidare a madrelingua o ad interpreti che parlano correntemente questa lingua l’arduo compito di cantarle. Non amo molto gli italiani che cantano in inglese a meno che non abbiano un grandissimo studio della lingua alla base. All’estero molto spesso veniamo derisi proprio per il nostro spelling poco curato o all’interpretazione mal fatta. Tra l’altro i featuring vocali del disco sono tutti di caratura internazionale e certamente arricchiscono i brani e il disco dandogli ancora più valore. Basta ricordare Daniel Martin Moore, Anne Ducros, Sidsel Ben Semmane, Haydn Cox, Hazel Tratt e Dan Davidson dei Tupelo Honey tutti provenienti da diverse parti del mondo.
Soul Sea. Credo siano le parole giuste per descriverti perfettamente. Il mare e l’anima. Sei d’accordo?
Sono due parole che adoro e che certamente aiutano a descrivermi. Ma c’è molto altro dietro queste due parole. C’è l’amore, la mia vita, i sogni, tanta malinconia, c’è il romanticismo, c’è l’amore per il passato mai vissuto e la curiosità di tempi mai visti, le paure nel guardare il futuro e il fascino per tali paure, le avventure e c’è il tempo speso nel vivere.
Giuseppe Bellobuono